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10 Ottobre 2023

È la fine del Crodino di Crodo, la bevanda non verrà più prodotta nel comune

L’analcolico d’Italia si trasferisce a Novi Ligure lasciandosi alle spalle lo storico sito in cui è nato

Il Crodino, la bevanda analcolica italiana più popolare dal sapore amaro e frizzantino perfetto per l'aperitivo, a fine anno lascerà Crodo, il paese in cui viene prodotto dagli anni ’60. Situato nella valle Antigorio, in Piemonte,  in questo comune nel 1965 venne sviluppata la ricetta originale dall'azienda italiana Davide Campari-Milano S.p.A., nota per la produzione di liquori e aperitivi.

 

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Oggi la notizia della trasferta arriva da Jan Ankersen, il vicepresidente senior della South Europe di Royal Unibrew, la società danese specializzata nella produzione e distribuzione di bevande, tra cui birra, acqua minerale, bevande analcoliche e altre bevande a base di frutta e gasate, che ha acquistato il sito produttivo del crodino nel 2017. Il Crodino resta di proprietà di Campari Group e la produzione si sposterà a novi Ligure, sempre in Piemonte, poiché il contratto stipulato precedentemente tra le due aziende scade a fine 2023 e non verrà rinnovato. Secondo l'accordo una parte della produzione del crodino sarebbe rimasta Crodo, per sottolineare il legame con le origini e l’italianità, ma come ha comunicato Ankersen la produzione è troppo scarsa: "I volumi che ci vengono affidati sono ormai da alcuni anni molto bassi” – ha detto - e dunque la produzione in quel sito verrà dedicata completamente all’imbottigliamento di bibite e energy drink.

 

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Pare infatti che la Royal Unibrew punti a raddoppiare la produzione delle bevande zuccherine Oransoda e Lemonsoda, per far fronte alla crescita riscontrata negli ultimi due anni, e ci sarà il lancio di una nuova linea di lattine “con l'obiettivo di raddoppiare la capacità a partire dal 2025". La buona notizia è che nello stabilimento di Crodo, dove lavorano 60 addetti, non ci saranno licenziamenti e anzi si prevede un aumento del personale.

@Redazione Sintony.it