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6 Ottobre 2023

Gardaland, manager licenziato per omofobia. Il Tribunale conferma la decisione

Anche il tribunale civile di Verona ha confermato il licenziamento del manager di Gardaland dopo la derisione nei confronti di un dipendente

Un manager di Gardaland è stato recentemente licenziato per aver deriso un dipendente gay chiamandolo "principessa".  La giustizia è stata fatta quando il tribunale civile di Verona ha confermato il licenziamento, definendolo "un'offesa alla dignità personale e all'orientamento sessuale". 

“Io ero alla cassa, era inizio servizio, la gente stava entrando in quel momento“, ha raccontato la vittima. "Mentre stavo alla cassa, arriva E. che mi portava gli scontrini con i soldi, io dovevo dare il resto delle bevande extra e mi dice allungandomi uno scontrino coi soldi “tieni principessa”… Io mi giro di istinto a guardarlo e vedo che c’è il manager che guardando E. muove le mani in modo femminile, per prendermi in giro, facendo una risatina e ripetendo la parola “principessa” per poi girarsi verso di me dicendomi “vai avanti a fare il tuo lavoro, muoviti”. Tutto questo davanti ai clienti che stavano entrando e che avevano assistito alla scena".

Il cassiere, che si sarebbe sentito dare anche del “ricchi*ne”, ha provato a ricordare ai colleghi come anche lui avesse un nome, per poi sentirsi rispondere “fai il tuo lavoro, veloce, muoviti“. Le accuse del 37enne sono state confermate dagli altri dipendenti tranne uno, che è stato condannato a due anni di reclusione con la condizionale per falsa testimonianza. Questo perché E. aveva negato di aver mai sentito epiteti omofobi ai danni del 37enne. Peccato che quelle “pesanti allusioni sessuali” siano poi state tutte confermate dagli altri dipendenti presenti in sala. Lo stesso cameriere condannato per falsa testimonianza avrebbe più volte denigrato a parole e irriso a gesti il cassiere.  

 

 

La giudice Paola Vacca è stata netta, parlando di “un’offesa alla dignità personale e all’orientamento sessuale“. La direzione del parco divertimenti si è subito attivata, una volta registata la denuncia del cassiere, per reprimere “tali gravi e intollerabili comportamenti discriminatori”. Il cameriere E. è stato sospeso, per poi andarsene di sua spontanea volontà, mentre il manager è stato licenziato in tronco. Gardaland ha parlato di “inammissibili atti di derisione” nei confronti del collega omosessuale, “non rispettandone la dignità e la condizione sessuale, in spregio dei principi di uguaglianza, diversità e trattamento imparziale abbracciati da questa Società“.Ma Gardaland non è l'unico luogo in cui l'omobitransfobia ha alzato la testa nell'Italia di oggi, poiché episodi di insulti e violenze si sono verificati da nord a sud, evidenziando la necessità di combattere l'odio e promuovere l'uguaglianza in tutto il paese.

Alcuni esempi di episodi simili di questa estate sono: gli insulti e le minacce di morte alla coppia gay mano nella mano in riva al Po; il cartello elettorale omofobo a Teramo; il pestaggio da parte della polizia ai danni della donna trans Bruna a Milano; la rissa sfiorata per un bacio gay a Pesaro; i due ragazzi gay derisi e insultati sul bus dal branco omofobo a Bologna; l’attivista LGBTQIA+ preso a calci a Roma; la coppia di migranti gay africani che non riesce a trovare casa in affitto a Verona; il 20enne minacciato di morte dal padre a Foggia; la donna trans aggredita a Pavia; le botte e gli insulti ad una ragazza lesbica in Molise. Questi sono solo alcuni episodi dei tanti accaduti in questa estate in Italia

 

Marta Rachele Pusceddu