Banksy, artista di strada, pittore, grafico e regista britannico noto per i suoi graffiti e il suo impegno politico-sociale potrebbe presto perdere l’anonimato. Banksy è infatti uno pseudonimo, ma a seguito di una citazione in tribunale presso l'Alta Corte di Londra per accuse di diffamazione, potrebbe essere costretto a rivelarla. La notizia è riportata dal Mail Online che nel 2008 aveva già diffuso speculazioni sulla sua presunta identità dell’artista, individuandola in Robin Gunningham, artista inglese originario di Bristol.
Nei documenti legali sarebbe finita anche Pest Control, l'ente ufficiale che certifica le opere di Banksy molto famose e discusse perché satiriche, provocatorie e cariche di messaggi politici o sociali, che appaiono improvvisamente nelle strade delle città di tutto il mondo. Il suo senso dell’umorismo e sfacciataggine sono molto noti, e lui sa certamente far parlare di sé, per esempio nel 2018 un suo dipinto, "Girl with a Balloon" appena venduto per una grande somma, si è distrutto attraverso una trituratrice nascosta nella cornice, creando uno shock nel pubblico.
Il mandante della denuncia è Andrew Gallagher, un imprenditore cinquantaseienne attivo negli anni Novanta nel mondo dei rave, poi dedicatosi al mercato dei graffiti, che ha citato in tribunale Gunningham nella convinzione si tratti di Banksy, ma in merito alla causa non vengono aggiunti dettagli poiché i tratta di informazioni confidenziali. Resta da vedere se la convocazione diventerà esecutiva e se si presenterà qualcuno, solo a quel punto si dovrà stabilire se si tratta di Banksy. Nel Mail Online si legge anche di un precedente tentativo di azione legale contro l’artista però respinta dai giudici che avevano dato ragione al writer, dunque è probabile che anche questa volta non si ottenga nulla di concreto.
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