In Inghilterra lo sanno, il re Carlo è notoriamente nato con il mal di testa e Camilla è la sua dose quotidiana di Anadin, il medicinale a base di paracetamolo più utilizzato in Gran Bretagna.
Carlo ha pagato duramente questo legame con Camilla, ma la vera vittima è stata lei, la donna che tutti odiavano, l’amante che Diana chiamava il “rottweiler”, il terzo incomodo nel matrimonio troppo affollato, la strega cattiva che William e Harry non volevano come matrigna.
Come disse il principe Filippo rivolgendosi al figlio, la donna che nessuno al mondo con un po’ di sangue nelle vene avrebbe preferito a Diana.
Camilla ha visitato l’inferno, nei giorni in cui la insultavano per strada e le tiravano i panini addosso, come avvenne nel parcheggio di un supermercato di Chippenham. Ha passato anni terribili, sempre inseguita dal risentimento di Diana e poi dal suo fantasma, che ancora si palesa ogni tanto.
Se ora è diventata Regina nonostante tutto le fosse contro, lo deve sicuramente a Carlo e alla sua tenacia, ma anche al fatto che è rimasta quello che era, una donna semplice alla quale di essere Regina non importa in fondo più di tanto.
È stata Elisabetta, dopo che Carlo aveva detto a lei e a Filippo che Camilla era una parte “non negoziabile” della sua vita, a creare le condizioni per farle risalire la china.
Camilla è stata oggetto di commenti malevoli e pregiudizi, ma chi la odiava non si è mai preoccupato di conoscerla davvero. Era l’amante che aveva distrutto il romantico sogno, e la vita stessa, della povera Lady Diana e tanto bastava.
Solo oggi i britannici stanno realizzando che non è il personaggio malvagio che credevano. Ha cominciato a curare l’abbigliamento e le pettinature, è sempre in ordine, ha un grande senso dell’umorismo e porta le rughe della sua età con indifferenza. Ride spesso con Carlo, e si sa che ridere insieme è il segreto di ogni matrimonio felice. Non chiede mai niente per sé, non litiga per portare una tiara piuttosto di un’altra, non maltratta il personale, va dove la mandano, fa quello che ci si aspetta da lei.
È presidente o patrona di 90 associazioni che assistono donne vittime di violenza sessuale o domestica, che svolgono ricerche sull’osteoporosi, che aiutano i bambini e tante persone in difficoltà. Fa queste cose come andrebbero sempre fatte, senza clamore, senza fotografi intorno, con impegno e dedizione.
Farà la Regina come lo fece Elizabeth, la moglie di Giorgio VI e madre di Elisabetta, indispensabile nel supporto al marito ed esemplare nella discrezione.
@Redazione Sintony News