Il 2024 si apre con un mercato del Lavoro italiano ancora caratterizzato dal mismatch, ovvero dalla mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, delle 508mila assunzioni programmate in gennaio 250mila rischiano di rimanere scoperte.
Tra le figure dove maggiore risulta la discrepanza tra domanda e offerta in Italia spiccano gli specialisti in scienze della vita. Le aziende faticano a trovare il 91,4% di farmacisti, biologi e altri appartenenti al gruppo professionale.
Emerge anche che si registrano difficoltà nell'assunzione di operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni. Si cercano ma non si trovano inoltre fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica e addetti alle rifiniture nelle costruzioni. Sul podio anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi con percentuali di "mismatch" superiori al 70%.
Nonostante le difficoltà nel reperire profili specializzati, aumenta il volume delle assunzioni sia in confronto a gennaio 2023 (+0,9%) sia sull'intero trimestre. Nel periodo gennaio-marzo sono in programma 1,4 milioni di nuovi contratti: +5,3%.
Tra i comparti dove si registra maggiore dinamismo in questo primo scorcio di anno ci sono i servizi alle persone con 70mila assunzioni programmate. Seguono i settori del commercio e delle costruzioni, entrambi con trend positivi sul 2023.
Per gennaio 2024 il Bollettino informativo di Excelsior stima invece una flessione nelle assunzioni programmate per i settori del turismo e del manifatturiero, in calo rispettivamente del 12,1 e del 2,3% rispetto a 12 mesi fa.
Per quanto riguarda la tipologia di contratti, sebbene in calo rispetto a un anno fa, i rapporti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta, pari al 40,5%. Aumenta invece il tempo indeterminato che rappresenta 129mila assunzioni programmate nel mese: +7mila sul 2023.
Le cause del mismatch sono molteplici e possono essere ricondotte a fattori sia strutturali che congiunturali. Tra quelli strutturali, vanno segnalati la crescente complessità delle tecnologie e dei processi produttivi, che richiede competenze sempre più elevate, e la globalizzazione, che ha reso più competitivo il mercato del lavoro e ha portato a una maggiore mobilità dei lavoratori.
Tra i fattori congiunturali, vanno invece segnalati la ripresa economica, che ha portato a un aumento della domanda di lavoro, e la carenza di formazione, che non sempre è in grado di soddisfare le esigenze delle imprese.
Quindi se da una parte per le imprese il mismatch può portare a una riduzione della produttività, a un aumento dei costi e a una difficoltà di competere sui mercati internazionali; d'altra parte per i lavoratori può portare a una difficoltà di trovare un'occupazione, a una riduzione del salario e a una perdita di opportunità di carriera.
Il governo italiano ha recentemente varato un piano di 15 miliardi di euro per la formazione professionale, che mira a ridurre il mismatch e a favorire l'occupazione giovanile.
@Redazione Sintony News