Da Villasimiius a Baunei, da Is Arutas alla Costa Verde, da Stintino a Palau: é la stagione della calata dei vandali sulle spiagge dell’Isola. Non c’è altro modo di qualificarli. Anche se è acclarato che la Sardegna è sempre stata rubata e depredata, in tutti i suoi aspetti, dalle foreste nell’800 alle risorse minerarie e marine, per non parlare dell’agricoltura e delle bellezze naturalistiche, ma che i social abbiano contribuito a render note al grande pubblico le nefandezze dei turisti, questo è innegabile.
Ormai ce n’è una la giorno: avant’ieri un turista francese fermato a Porto Torres mentre si imbarcava per Nizza con 41 kg di ciottoli e sabbia presi dalla spiaggia di Lampianu, sul litorale Sassarese, alla famiglia spagnola che ha fatto incetta di sassolini bianchi nella spiaggia di Alghero, nell’arenile di Mugoni, che si è pure permessa di deridere la signora che le spiegava che c’è il divieto di raccogliere “souvenir” dalla spieggia. Per fortuna è stata fermata dai barracelli algheresi che sono arrivati in tempo prima che li caricasse in auto. Ne aveva una borsa piena che ha maldestramente tentato di abbandonare nel parcheggio. Ma è stata beccata e costretta a rigettare in mare i preziosi sassolini di quarzo.
Gli ultimi episodi sono sconcertanti, e una delle perle dell’Isola, la spiaggia di Is Arutas, in comune di Cabras, ha visto ancora protagonisti i vandali stranieri. Qualche giorno è stato smascherato dal sindaco di Cabras, Andrea Abis, che ha presentato denuncia ai carabinieri, un tedesco che vendeva la sabbia on line. “Diversi mi hanno segnalato la vendita su eBay del quarzo di Is Arutas. Stamattina ho sporto denuncia presso la stazione dei Carabinieri di Cabras all’attenzione della Procura della Repubblica di Oristano contro questo vandalo dell’ambiente e ignobile speculatore che opera dalla Germania”, ha scritto Abis. “Voglio dire grazie agli agenti della polizia locale, ai barracelli, agli operatori AMP, alle Sentinelle del Sinis, ai bagnini, alle forze dell’ordine, ma soprattutto a tutti/e voi che volontariamente dalla spiaggia vi impegnate a vigilare sul rispetto delle norme e ci aiutate a difendere il quarzo e la nostra terra dai vandali”. Ma questi sono solo gli ultimi (e scoperti!) episodi di razzie sulle nostre spiagge.
Resta curioso invece l’episodio, evidentemente doloso, sventato l’anno scorso da un’impiegata delle Poste. Si perché la predatrice, anche lei una tedesca (sarà mica la stessa che vende su ebay?) aveva escogitato un bel piano: Essendo perfettamente consapevole di commettere un reato, ma non avendo nessuna intenzione di rinunciare al bottino, questa persona, dalla presunta mente superiore, ha escogitato il piano perfetto. Cioè spedire al proprio domicilio un plico postale con la refurtiva per evitare di incorrere in controlli e fastidiose noie giudiziarie.
Dall'altra parte dello sportello c'era una però un’impiegata altrettanto fantasiosa e perspicace che, maneggiando il plico, ci ha messo un attimo a capire di cosa si trattava. Così, dopo aver accettato la spedizione, ha immediatamente coinvolto gli inquirenti per avere conferma dei suoi più che fondati sospetti. C’era dentro sabbia di Is Arutas. Al posto del prezioso bottino, la furba nordica ha ricevuto un plico con la notifica di contestazione di reato e una ingiunzione di pagamento della relativa sanzione. La sabbia rubata dalla spiaggia di Is arutas invece è tornata al suo posto grazie all’attenta dipendente delle Poste.
Purtroppo sono tantissimi i vandali che arrivano in Sardegna e portano a casa quel che invece deve stare sulle nostre spiagge. Non vale più il ragionamento “tanto sono pochi granellini di sabbia, che vuoi che danno faccia?”, perché se tutti i 10 milioni di turisti portassero via una bottiglietta di sabbia, le spiagge sarde sarebbero destinate a scomparire. Fermiamoli!
Redazione sintony.it