Capita a tutti almeno una volta nella vita di sognare l’esame di maturità dopo averlo sostenuto, o addirittura prima ancora di darlo. Ma per quale motivo, nel nostro cervello rimbomba l’ansia e la preoccupazione di quel giorno, anche se è passato del tempo? Lo spiegano le neuroscienze cognitive.
L’esame di maturità è il primo vero e proprio esame che giudica lo studente in fase adulta, in cui si ha un’identità frammentata. Sulla testa gravano incertezze e il pensamento che da lì a poco la vita cambierà. È il primo momento in cui si viene giudicati non solo per l’andamento scolastico ma anche per il grado di responsabilità raggiunto, in un contesto non familiare e non confortevole.
Nonostante il passare del tempo, il ricordo di quel giorno rimane indelebile. Nella maggior parte dei casi, il sogno ricorrente è quello di ripetere l’esame, anni dopo averlo sostenuto, e con la consapevolezza di non essere abbastanza preparati per affrontarlo. Alcuni sognano, di presentarsi nudi o di cadere nelle vicinanze della cattedra. Secondo le neuroscienze, l’inconscio ci fa rivivere quel momento perché in sede d’esame non si è stati abbastanza eccellenti. Si fanno i conti con l’esperienza del momento, i ricordi riaffiorano e ci si sente di non aver fatto abbastanza perché magari si è stati aiutati da qualche compagno di scuola, e senza quell’aiuto non si sarebbe passato l’esame.
Inoltre, la neuroscienza spiega che questo tipo di sogno lo si fa in momenti critici e di particolare stress. Nei periodi in cui non ci si sente all’altezza, in cui si è insicuri. La sensazione è quella di essere “sotto esame”. Rivivere questo tipo di momento, in realtà, è di buon auspicio secondo Freud, perché dovrebbe suggerire al sognatore, che se in quell’occasione se l’è cavata, allora sarà così pure nelle altre sfide che si presenteranno.
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