Una ricerca condotta da Skuola.net, in collaborazione con il team di psicologi e psicoterapeuti dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, Cyberbullismo), su un campione di 3.062 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, ha evidenziato che, oltre 6 giovanissimi su 10 sostengono di soffrire di una qualche forma di disagio causato dal contesto in cui vivono.
Tra le conseguenze attacchi di panico, alterazione delle abitudini alimentari e del ritmo sonno-veglia e difficoltà di concentrazione nello studio. Un terreno fertile su cui proliferano irrequietezza, solitudine, rabbia verso sé o verso gli altri, con la conseguente necessità di “anestetizzarsi” per non pensare: fuga nel digitale, ma anche gesti fuori dai limiti e il bisogno incessante di staccare la spina almeno per un po’.
Tuttavia, il momento peggiore è quello in cui l’ansia esce allo scoperto: ovvero quando ci si deve confrontare con gli altri. Oltre la metà degli intervistati (57%), quando deve frequentare situazioni sociali con molte persone ammette di sentire con una certa frequenza, un senso di turbamento. La situazione peggiora dal momento in cui si emerge: in questo caso il dato sale al 61%.
Sul contesto scolastico, il 56% che sostiene di essere preoccupato o timoroso quando si trova al centro dell’attenzione di compagni o insegnanti, ad esempio durante delle interrogazioni e dei dibattiti in classe. Il 67 % dei ragazzi inoltre, vive particolarmente male il fatto di doversi misurare con voti e giudizi. Per questo, circa un terzo (34%) degli intervistati, non riesce a permanere nell'ambiente scolastico; per 1 su 10 questa sensazione è fissa, mentre 2 intervistati su 5 dichiarano che il malessere si trasferisce dal piano mentale a quello fisico.
Le emozioni negative però, nella maggior parte dei casi si tramutano in veri e propri attacchi di panico: il 52% ha raccontato di averne avuto almeno uno; al 39% è capitato mentre si trovava a scuola o nel tragitto casa-scuola; al 31% poco prima di partecipare a una situazione sociale.
Un disagio che si tramuta in cattive abitudini quotidiane: infatti, 6 su 10, tra gli intervistati, hanno raccontato che frequentemente, riscontrano fatica ad addormentarsi la sera. Oppure di sentirsi molto stanchi anche quando dormono il giusto. Al 42%, invece, capita spesso (o sempre) di mangiare molto poco o di non avere fame. Il 50%, al contrario, tende a rifugiarsi nel cibo senza percepire il senso di sazietà.
La conseguenza peggiore è che il 70% molto spesso o addirittura sempre preferisce rinunciare ai propri doveri per rifugiarsi su attività virtuali. Infatti, il 64% si perde spesso o sempre in videogames, social o serie tv per staccare totalmente il cervello.
Alessandro Paolo Porrà