Le associazioni ambientaliste e animaliste Lav onlus, Lega per l'abolizione della caccia e Gruppo d'Intervento Giuridico hanno presentato una richiesta congiunta per l'annullamento parziale in via di autotutela del piano di controllo dei cinghiali varato dalla provincia di Oristano.

Le associazioni contestano in particolare l'utilizzo della braccata con i cani, definendola un metodo non selettivo e che provoca un rilevante disturbo alle altre specie di fauna selvatica. Inoltre, sostengono che questo metodo favorirebbe la dispersione dei cinghiali in aree ancora più vaste, rendendo il controllo ancora più difficile.

Le associazioni fanno riferimento al parere dell'ISPRA, l'unico ente dello Stato deputato al rilascio dei pareri alle Regioni su caccia e fauna selvatica, che ha recentemente esplicitamente richiesto l'esclusione del metodo della braccata con i cani. Anche il ministero dell'Ambiente in passato si era espresso contro questa pratica.

Le associazioni ricordano inoltre la sentenza del TAR delle Marche di marzo scorso, che ha stabilito che la braccata non può essere considerata una tecnica di controllo del cinghiale.

Le associazioni chiedono un serio ripensamento da parte delle autorità competenti sull'utilizzo della braccata con i cani, definendola un metodo inaccettabile e controproducente.

La questione del controllo dei cinghiali e dei metodi utilizzati è di grande attualità in Italia, con diverse posizioni contrastanti. Il caso della provincia di Oristano rappresenta un esempio delle battaglie legali e delle proteste che si stanno sviluppando contro l'utilizzo di metodi di caccia ritenuti non selettivi e dannosi per l'ambiente.

@Redazione Sintony News