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12 Aprile 2024

Palermo, l’uomo che ha bruciato vivo il suo cane non è imputabile, il pm chiede l’archiviazione

L'uomo che il 10 gennaio scorso a Palermo aveva dato fuoco e ucciso il suo cane, il pitbull Aron, non è imputabile. Lo ha stabilito la Procura di Palermo che ha chiesto l'archiviazione del fascicolo

Archiviazione del caso. È ciò che ha chiesto il pm di Palermo per l’uomo che lo scorso 10 gennaio ha bruciato vivo il suo cane. La perizia psichiatrica ha rivelato gravi disturbi psichici accertando che l'uomo, 46 anni, per questi motivi non era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Ma le associazioni animaliste non ci stanno e annunciano battaglia. 

MORTO ARON, IL CANE BRUCIATO VIVO DAL SUO PADRONE A PALERMO. INDIGNAZIONE E  RABBIA ANCHE IN ABRUZZO | Notizie di cronaca - AbruzzoWeb

Per questo motivo, non può essere sottoposto a processo. 

Nonostante l'archiviazione del fascicolo penale, l'uomo potrebbe comunque essere sottoposto a una misura di sicurezza, disposta dal giudice, se ritenuta necessaria per tutelare la sicurezza pubblica.

Il pitbull era stato legato e dato alle fiamme a Palermo nel gennaio scorso e morto dopo giorni di agonia in clinica. La vicenda di Aron  aveva suscitato grande indignazione nella cittadinanza palermitana. Il Comune e le associazioni animaliste avevano organizzato petizioni e manifestazioni in memoria dell'animale e si erano dichiarati pronti a costituirsi parte civile nel processo.

Aron non ce l'ha fatta. Il pitbull bruciato vivo è morto

Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni ha spiegato che, a causa dell'incapacità di intendere e di volere dell'indagato, non è possibile celebrare il processo. L'uomo, infatti, non è imputabile ai sensi del codice penale, che esclude la responsabilità penale per chi al momento del fatto non era in grado di intendere e di volere.

Tutte le circa 20 parti offese nel caso, tra cui associazioni animaliste e cittadini che avevano assistito alla scena, potrebbero ora opporsi alla richiesta di archiviazione.

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Tuttavia, la prova dell'incapacità di intendere e di volere dell'indagato rende difficile un'opposizione efficace.

La vicenda viene resa nota dalla Lav Italia che si è detta indignata. Oltre a presentare opposizione, chiediamo un incontro al Procuratore Capo De Lucia che, per primo in Italia, ha costituito un pool di magistrati contro il maltrattamento sugli animali”, si legge in un post pubblicato sulla pagina ufficiale dell’associazione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Inoltre, dopo il tragico episodio avvenuto a Palermo, i volontari della Lav chiedono al Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, “di emanare un’ordinanza di divieto di detenere o possedere, anche per interposta persona, animali di qualunque genere e specie presso le proprie residenze,  domicili e dimore in tutto il territorio comunale e di condurre animali con se in ogni luogo pubblico e privato,  nei confronti di Carmelo Russo, attualmente indagato per il reato di maltrattamento di animali, aggravato dalla morte dello stesso”.

 

 

@Redazione Sintony News