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14 Gennaio 2024

Indagato il proprietario del pitbull Aron bruciato vivo a Palermo

In seguito alla tragica morte del pitbull Aron, si chiedono pene più severe e una revisione delle leggi contro la crudeltà verso gli animali

Il proprietario del pitbull Aron è ora sotto inchiesta per maltrattamento animale, in seguito alla tragica morte del cane avvenuta in una clinica veterinaria di Palermo. Aron, bruciato vivo in una piazza della città alcuni giorni fa, ha lottato coraggiosamente fino alla fine, ma le sue condizioni erano disperate: oltre l'80% del suo corpo era ustionato, e gli organi interni erano gravemente danneggiati. 

La notizia della morte del cane è stata diffusa dalla Lav Palermo tramite il proprio profilo Facebook, esprimendo il dolore per la perdita di Aron: "Ci hanno appena chiamato dalla clinica, Aron non c'è più. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine".

 

 

La procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha iscritto il padrone nel registro notizie di reato, denunciandolo a piede libero. L'uomo aveva occupato abusivamente un'area vicino a via delle Croci, originando momenti di tensione con gli animalisti che protestavano contro la violenza inflitta al cane. Prima della tragica fine di Aron, la zona era stata oggetto di uno sgombero a seguito dell'occupazione illecita. 

La consigliera della Dc al Comune di Palermo, Viviana Raja, ha commentato la vicenda sottolineando: "Aron è morto. Dopo atroci sofferenze inflitte da un uomo è andato via. Ora vogliamo giustizia, la pena per chi uccide un animale va dai due mesi ai due anni. Troppo lieve. Serve rivedere la legge, la crudeltà verso gli animali è un chiaro segno di problemi sociali e relazionali, collegata alla violenza contro altri uomini. I cittadini ci chiedono di fare qualcosa in merito, purtroppo sfugge dalle nostre competenze. Noi possiamo continuare a lavorare per gli animali fornendo a Palermo tutti i regolamenti sul benessere animale di cui è sprovvista. Il nostro impegno andrà in quella direzione".

 

 

Marta Rachele Pusceddu