Sos acqua in Sardegna. E si tratta dei una vera e propria emergenza idrica. Lo rivelano i dati che arrivano dai livelli dei bacini artificiali che sono al di sotto del 50% della capacità massima, con le criticità maggiori che si registrano nel Sulcis, nel Nord dell'Isola e in Ogliastra.
Questa situazione è dovuta a una serie di fattori, tra cui un inverno particolarmente secco, con precipitazioni inferiori alla media; un aumento delle temperature, che ha contribuito a ridurre la neve e la riserva idrica nei ghiacciai e una maggiore domanda di acqua, dovuta alla crescita della popolazione e all'aumento dell'Agricoltura intensiva.
Le conseguenze della siccità sono già visibili in alcuni comuni dell'Isola, dove sono state introdotte restrizioni nell'utilizzo dell'acqua per usi non domestici. Se la situazione dovesse continuare, potrebbero essere necessarie misure più drastiche, come lo stop all'irrigazione agricola.
Intanto la Regione Sardegna ha già messo in atto alcune misure per fronteggiare la siccità, tra cui: la riduzione dei consumi di acqua da parte della pubblica amministrazione; la promozione di campagne di sensibilizzazione per il risparmio idrico e l'attivazione di un piano di emergenza per la distribuzione dell'acqua nelle aree più colpite.
Tuttavia, queste misure potrebbero non essere sufficienti a risolvere il problema. È necessario un intervento a livello nazionale per affrontare la siccità, che è un fenomeno sempre più frequente in Italia e in altre parti del mondo.
Sicuramente potrebbero essere d’aiuto diverse misure tra cui investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture idriche, come invasi e condotte; misure di risparmio idrico a livello domestico e industriale e politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, che includano la riduzione delle emissioni di gas serra.
Solo con un intervento a livello nazionale sarà possibile affrontare la siccità e garantire la disponibilità di acqua per le future generazioni.
@Redazione Sintony News