“I nostri figli devono imparare la Storia, tradurre dal Greco e avere capacità critica, non come usare Spotify e Instagram". E' questa una delle graffianti motivazioni che il Consiglio d'istituto del liceo "Pilo Albertelli" ha utilizzato per respingere i due progetti finanziati con i fondi Pnrr presentati dal dirigente scolastico Antonio Volpe. Si tratta di quasi 300.000 euro di soldi europei girati al liceo dell'Esquilino per "Next Generation Labs" e "Next Generation Classroom". Genitori, prof, un alunno hanno detto no.
I progetti sono alcuni delle decine che dovrebbero essere sviluppati all'interno dei licei e degli istituti superiori di Roma e provincia, nell'ambito del ben più ampio "Scuola 4.0", un piano nazionale adottato dal ministero dell'istruzione, grazie ai fondi stabiliti dal Pnrr. Oltre 2 miliardi di euro, dei quasi 200 destinati all'Italia, tutti dedicati a trasformare le istituzioni scolastiche in luoghi di apprendimento altamente digitalizzati e innovativi, sia nella didattica sia nella gestione. Le classi tradizionali, come spiega anche il ministero, dovranno diventare "laboratori per le professioni digitali del futuro". Questo aspetto, però, non sembra raccogliere il gradimento del consiglio d'istituto dell'"Albertelli", almeno della componente genitori.
Con "Labs", il liceo classico dell'Esquilino propone a studentesse e studenti 3 tipologie di laboratori che hanno lo scopo, in base alle linee guida del piano finanziato dal Pnrr, di accompagnarli verso alcune delle nuove professioni che caratterizzeranno sempre di più il mercato del lavoro. Il primo si chiamerebbe "Info Bibliolab" e prevede una webradio, un laboratorio di grafica digitale e videomaking volto ad acquisire strumenti utili nella produzione di “graphic novel", un percorso di produzione e sperimentazione musicale. Il secondo sarebbe "Spazio Museale Schola", finalizzato alla realizzazione di strumenti che offrano ai visitatori un'esperienza di navigazione immersiva e interattiva. Infine "Le mie competenza digitali", che già dal nome fa capire che lo scopo è implementare le competenze degli alunni tramite corsi ICDL e il conseguimento di certificazioni professionali ICT rilasciate da enti ufficiali su standard europei.
Per questo progetto, il "Pilo Albertelli" riceve 125mila euro dall'Unione Europea per tramite del ministero competente. C'è poi "Classroom", che nel caso della scuola di via Manin coinvolgerebbe 20 sezioni fino alla fine del 2024. Con 150mila euro la dirigenza scolastica acquisterebbe una strumentazione digitale moderna "per migliorare la didattica, favorendo inclusione e collaborazione tra pari".
Durante una delle ultime assemblee la maggioranza del collegio dei docenti si è espressa a sfavore dei due progetti presentati dal preside e portati all'attenzione del consiglio pochi giorni dopo: "Non erano stati sottoposti al Collegio dei Docenti - si legge nella nota firmata da due rappresentanti dei genitori - e neppure alla competente commissione nominata dallo stesso Collegio dei Docenti. Su richiesta di uno studente, il dirigente scolastico ha spiegato di non aver coinvolto gli studenti in quanto la loro partecipazione non era prevista in questa fase". Alla fine, con 7 voti contrari (4 docenti, 1 studente e 2 genitori) quasi 300.000 euro di fondi Pnrr sono stati, al momento, respinti. Tre studenti e un rappresentante ATA si sono astenuti, solo 2 i favorevoli: il preside Volpe e un genitore.
Per i contrari del progetto "Labs", gli obiettivi posti "stridono con quelli di un liceo, che sarebbero quelli di insegnare a tradurre il greco, comprendere la storia e la fisica, avere una capacità critica e un metodo di studio, non usare Spotify e Instagram". Per quanto riguarda l'acquisto di strumentazione tecnologica moderna per "Classroom", genitori e prof contrari fanno presente al dirigente scolastico innanzitutto che questa già esiste: "Abbiamo 41 smart tv, 7 proiettori, 49 pc notebook, 41 pc desktop - dicono - pertanto ci sembra irrazionale e antieconomico spendere 150.000 euro per ulteriori attrezzature multimediali che hanno una vita brevissima e che quindi acuiscono, non arginano, la percezione di vivere in un mondo effimero".
Il consiglio d'istituto, inoltre, contesta la reale necessità di aumentare la dotazione tecnologica anche dal punto di vista didattico ed educativo: "Molte parole vengono spese 'sul benessere emotivo e lo stimolo relazionale, sullo sviluppo dell'empatia' degli studenti - scrivono - o sul 'rendere protagonista l'alunno che si avvicina sempre di più alla scelta consapevole del proprio ruolo nella società', senza che però vi sia alcuna spiegazione o evidenza su come i dispositivi digitali possano concorrere a questi obbiettivi. Neanche una parola invece è riservata alla profondità delle conoscenze che sono necessarie per comprendere - e non solo subire - una società sempre più complessa".
Redazione sintony.it