In Sardegna, trascorrere una notte in albergo questa estate costa di più rispetto allo scorso anno. Lo rivela un’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat di luglio 2025, che mette in evidenza come i servizi di alloggio — alberghi, B&B, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli — siano aumentati in media nazionale dell’1,3% rispetto al 2024.
L’isola, però, mostra rincari più marcati in alcune aree. Olbia-Tempio è la provincia sarda con l’aumento più alto: +4,3%, ben oltre il dato nazionale, trainata dalla forte domanda turistica estiva e dalla vocazione luxury della Costa Smeralda. Seguono Cagliari con un +3,7% e Sassari con +2,6%.
Si tratta di incrementi che, pur non toccando le punte record di città come Lucca (+20,2%) o Caserta (+13,7%), confermano un trend di crescita dei prezzi nel settore turistico anche in Sardegna.
Se si guarda agli ultimi quattro anni, il quadro nazionale mostra rincari vertiginosi: dal 2021 ad oggi, in Italia i servizi di alloggio sono saliti del 38,6% contro un’inflazione generale del 17,7%. In città come Venezia (+64,7%), Milano (+60%) e Firenze (+58,8%), i listini sono più che decollati. Dati provinciali dettagliati per la Sardegna sul lungo periodo non sono stati diffusi, ma gli operatori isolani ammettono che anche qui, specie nelle località costiere di lusso, i prezzi sono cresciuti sensibilmente dal post-pandemia.
“Agli aumenti degli stabilimenti balneari si aggiungono quelli di alberghi e ristorazione” commenta Massimiliano Dona, presidente UNC. “Con stipendi fermi da anni, sempre più famiglie sono costrette a ridurre la durata delle ferie o a rinunciarvi del tutto”.
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