Si chiama “La bella addormentata”, l’ultimo lavoro del regista romano Vanni Gandolfo, è stato presentato nella sezione Art&Music del Biografilm, il festival cinematografico internazionale dedicato alle biografie e ai racconti, attualmente in corso a Bologna ma finirà il 19 giugno. In realtà non esiste nessuna fanciulla fatta di “carne e ossa”, ma la protagonista sarà la Costa Smeralda e la realizzazione del processo edilizio voluto dal principe Karim Aga Khan, e di cui Gandolfo, allora bambino è stato spettatore.
Suo padre fu uno dei costruttori di questo sogno patinato voluto dal principe, e fin da piccolo Gandolfo nutriva un grande interesse verso questa nuova edificazione. Un progetto architettonico perfettamente riuscito, la Costa Smeralda e la natura gallurese sono il fulcro del film, girato in diversi formati. Una versione cinematografica girata in 6K, utilizza un’inquadratura di tipo grandangolare lenta che permette al regista di immortalare la bellezza e la maestosità di questo luogo in ogni minimo dettaglio. Ma non solo, ci sono anche vecchi film di famiglia in Super8, codificati in 2K, che riportano lo spettatore alla vita passata dei coloni, ovvero coloro che arrivavano in questo angolo di Gallura per realizzare il progetto dell’Aga Khan.
Esistono pure delle riprese girate in pellicola 16mm, con lenti più strette, e le immagini di repertorio dell'Archivio Storico Luce di Cinecittà e di Rai Teche, il mezzo che, sessant’anni fa, aveva permesso di raccontare al grande pubblico la favola della Costa Smeralda.
"Per anni - racconta il regista - ho contestato a mio padre di aver contribuito alla costruzione di questo paradiso finto, per pochi fortunati. Per anni ho sentito verso la Costa Smeralda un sentimento di amore profondo, perché luogo dell'infanzia, e incomprensione totale, al limite della repulsione. Mio padre è morto molti anni fa, quando ero poco più che un ragazzo e i nostri scontri non sono mai diventati un confronto adulto. Sono partito, quindi, per un viaggio che è servito a scoprire cos'è realmente la Costa Smeralda, oltre l'immaginario collettivo delle estati chiassose e oltre la favola dei pastori salvati dalla miseria, perché la Costa Smeralda - chiarisce Gandolfo - è un luogo finto, che forse, dopo 60 anni, è più reale e concreto di quanto abbiamo mai immaginato".
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