L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro è e sarà, uno dei temi più discussi negli anni a venire. Non è ancora chiaro quale sarà il bilancio ma per adesso la teoria più probabile sembra quella della compensazione: l’intelligenza artificiale eliminerà alcuni mesteri, cambierà altre professioni e creerà nuove posizioni lavorative. Il gioco sarà comprendere se tutti questi cambiamenti si chiuderanno in pari o in perdita. E soprattutto, quale sorte spetta a quei settori che non riusciranno più a stare al passo con questa tecnologia. In tutto ciò però, c’è già chi desidererebbe avere l’intelligenza artificiale come compagna di scrivania per agevolare il lavoro.
Il report annuale Work Trend Index, reso noto da Microsoft ha già specificato che se non dovessimo rispondere alla mail o partecipare ad interminabili chiamate, potremmo risparmiare fino a due giorni di lavoro alla settimana.
Secondo i dati pervenuti da chi usa l’ecosistema Microsoft, chi effettua un lavoro da ufficio impiega circa il 57% del suo tempo per accordarsi con gli altri colleghi per discutere gli obiettivi e le modalità per impostare il lavoro.
Nel rapporto di Microsoft si evince la presenza di parecchi dati che riguardano l’Italia. A livello globale il 70% dei 31.000 intervistati, che hanno preso parte alla ricerca sarebbe contento di delegare parte del suo lavoro all’intelligenza artificiale. Ma non per ottimizzare il suo lavoro, semplicemente per fare a meno dei compiti in eccesso e avere un equilibrio migliore tra lavoro e vita privata.
La percentuale di italiani che hanno risposto positivamente a questa domanda è leggermente inferiore: 62%. Inoltre, il 55% degli intervistati vorrebbe che l’intelligenza artificiale si occupasse anche degli aspetti più creativi della loro professione. Il dato più importante riguarda però la preparazione: per il 74% degli interpellati, che svolgono un ruolo di manager, i dipendenti hanno ancora necessità di documentarsi di più sull'argomento per essere pronti a resistere all'urto di un fenomeno innovativo ma allo stesso tempo complesso.
Alessandro Paolo Porrà