
La Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati tre manager e la società Tod's Spa con l'accusa di caporalato (reclutamento e impiego di manodopera in condizioni di sfruttamento) e violazione della legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'inchiesta si concentra sulla presunta mancata vigilanza sulla catena di subappalti, dove i lavoratori, per lo più in opifici cinesi, sarebbero stati sfruttati e costretti a vivere in condizioni di "para-schiavitù".
Gli indagati sono i dirigenti Simone Bernardini, Mirko Bartoloni e Vittorio Mascioni.
La nuova contestazione mossa dagli inquirenti, coordinati dal Pubblico Ministero Paolo Storari, è particolarmente grave: i manager e la società sarebbero stati consapevoli di quanto avveniva nei laboratori.
A Tod's viene contestata una "colpa organizzativa grave", vicina all'atteggiamento "doloso", e la totale assenza di modelli di prevenzione del reato di caporalato. In particolare, la Procura sostiene che l'azienda non avrebbe tenuto in debita considerazione i risultati di alcune ispezioni e "audit" avvenuti tra il 2023 e il 2024, i quali evidenziavano chiaramente indici di sfruttamento.
L'azienda sarebbe stata a conoscenza delle "condizioni di sfruttamento" ai danni di 52 lavoratori impiegati in sei opifici.
Le indagini confermano i dettagli emersi già a ottobre. Secondo le carte dell'inchiesta, per produrre mocassini di lusso dal valore di 750 euro, gli operai venivano pagati solo 2,75 euro all'ora.
Non solo sfruttamento sul lavoro, ma anche condizioni di vita degradanti: gli stessi operai sarebbero stati costretti a pagare 150 euro per dormire in fabbrica e 100 euro per mangiare, come rilevato dagli audit che fornivano elementi su orari di lavoro, paghe, norme di sicurezza e condizioni alloggiative.
Il PM Paolo Storari ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari Domenico Santoro un'interdittiva per Tod's, chiedendo in particolare di vietare alla casa di moda di pubblicizzare i propri prodotti per sei mesi. L'udienza in cui il GIP deciderà su tale misura è stata fissata per il 3 dicembre.
L'inchiesta, che si era concentrata anche sul territorio marchigiano, aveva sollevato in precedenza un problema di competenza territoriale, sul quale è attesa la decisione della Corte di Cassazione. Nel frattempo, la Procura di Milano ha proceduto con l'iscrizione dei manager e della società.
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