
Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge di enorme portata che obbliga il Ministero della Giustizia a divulgare tutti i file relativi al caso Jeffrey Epstein. Il provvedimento impone la diffusione dei documenti entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, promettendo di far luce definitiva sul dossier che ha scosso le élite globali.
Il Presidente Donald Trump si è detto pronto a firmare la legge, dopo aver manifestato inizialmente delle resistenze, un dietrofront che secondo gli osservatori evidenzia la sua diminuita presa sul Partito Repubblicano e sulla base Maga.

Mentre Washington si prepara alla divulgazione dei file, il ciclone Epstein ha fatto la sua prima vittima eccellente negli Stati Uniti. Larry Summers, l'ex Segretario al Tesoro americano, ha deciso di ritirarsi dagli impegni pubblici, travolto dalla diffusione di nuove email imbarazzanti.
"Mi vergogno profondamente delle mie azioni e riconosco il dolore che hanno causato", ha spiegato Summers, assumendosi la "piena responsabilità della decisione mal guidata di continuare a comunicare con Epstein".
L'ex Ministro ha annunciato che si "farà da parte dagli impegni pubblici" per ricostruire la fiducia, pur precisando che manterrà i suoi obblighi accademici. Una scelta controversa che gli permetterà di conservare la cattedra all’Università di Harvard, di cui è stato presidente e dove tiene tuttora tre corsi.

A gettare benzina sul fuoco del dibattito, già infuocato dal caso Epstein, è intervenuto lo stesso Presidente Trump. I media americani hanno riportato che il Presidente avrebbe rivolto un insulto sessista e di bodyshaming a una giornalista di Bloomberg a bordo dell'Air Force One, dicendole "Quiet, quiet piggy" ("Zitta, stai zitta cicciona").
L'insulto sarebbe arrivato mentre la reporter stava ponendo una domanda proprio sul caso Epstein, un episodio che ha subito suscitato indignazione per il linguaggio offensivo e antianimalista utilizzato dal tycoon.
@Redazione Sintony News