
Sono trascorsi dodici anni esatti da quel tragico 18 novembre 2013, una data che ha irrimediabilmente cambiato il corso della storia di Olbia e di tutta la Gallura. Oggi, l'amministrazione comunale olbiese e quella di Arzachena, insieme alle comunità locali, si sono strette in cerimonie solenni e silenziose per commemorare le tredici vittime travolte dall’onda di piena che devastò la città con una montagna di acqua e fango.
La ferita resta aperta, con gli olbiesi e i galluresi che hanno ancora negli occhi le immagini di quella notte di pioggia e morte, le urla disperate di chi implorava aiuto e la lotta contro la forza dell’acqua che sommerse interi quartieri.
La giornata di memoria a Olbia è iniziata alle 11:00 con una cerimonia solenne davanti al memoriale di via Escrivà, che si affaccia sul vecchio porto romano. Il monumento è composto da nove statue di granito, opera di Nicola Filia, ognuna a ricordo delle persone scomparse tra il centro e l’agro della città.
A perdere la vita in quei tragici momenti furono: Anna Ragnedda (83 anni) e Maria Massa (88), Patrizia Corona (42) e la figlia Morgana (2), Francesco Mazzoccu (37) e il figlio Enrico (3).
Nel pomeriggio, alle 15, una seconda cerimonia presso l’area di cantiere a Monte Pino con la celebrazione di una messa. Questo momento è stato dedicato anche alle tre vittime del crollo della strada, precipitate con le loro auto nella voragine: Bruno Fiore (68), Sebastiana Brundu (61) e Maria Loriga (54).

Presenti l’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu, i rappresentanti delle amministrazioni comunali, le associazioni e il comitato che si è battuto per la riapertura del tratto.
Contemporaneamente, anche il comune di Arzachena ha ricordato le sue vittime con una cerimonia nel "Parco 18 novembre" alla presenza del sindaco Roberto Ragnedda. Ad Arzachena l'alluvione si portò via un’intera famiglia, annegata in un’abitazione-trappola: Isael Passoni (42 anni), Cleide Mara Rodriguez (42), Weriston Passoni (20) e Laine Kellen Passoni (16).
Le cerimonie, composte e silenziose, hanno rappresentato un segno tangibile della memoria che, a dodici anni di distanza, resta il fardello più pesante per tutti i cittadini della Gallura.
@Redazione Sintony News