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15 Settembre 2025

Sardegna, si torna a scuola, ma oltre 5mila banchi restano vuoti

L'anno scolastico riparte tra luci e ombre: il calo demografico svuota le aule, ma sul fronte del sostegno si intravedono segnali di miglioramento

Suona la prima campanella per la maggior parte degli studenti sardi, ma in troppe classi l’eco risponde al vuoto. Oltre 5.000 banchi sono rimasti scoperti quest’anno, segno tangibile di un inverno demografico che continua a colpire duro. E mentre alcune scuole, esercitando l’autonomia, hanno già riaperto mercoledì scorso, oggi si registra il vero ritorno tra i banchi per circa 170mila alunni sardi. Erano 176mila solo un anno fa.

La crisi è evidente soprattutto nella scuola primaria, che perde da sola circa 2mila iscrizioni. Meno di 50mila, oggi, i banchi occupati. Un declino costante che, nell’ultimo decennio, ha svuotato 35mila postazioni nelle scuole dell’Isola. A peggiorare la situazione è il calo delle nascite: ogni anno si perdono circa 5mila studenti. Se a livello nazionale il Ministero ha già previsto il taglio di 4mila docenti, in Sardegna la sforbiciata all’organico potrebbe arrivare dal 2026, come conseguenza inevitabile della denatalità.

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Non bastasse la crisi demografica, l’apertura del nuovo anno scolastico è segnata anche da problemi strutturali. Oltre 5.000 supplenti sono stati chiamati per coprire le cattedre scoperte, segno di una cronica precarietà che continua a minare la qualità dell’insegnamento. A peggiorare il quadro è l’organico del personale Ata (collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi), ancora incompleto in diverse aree della Sardegna.

Una delle criticità più rilevanti riguarda la dirigenza scolastica: tredici autonomie scolastiche sono oggi in regime di reggenza, con dirigenti “a scavalco” che devono dividersi tra più scuole, spesso in territori periferici. Nel quadro complesso dell’istruzione isolana, arriva però una nota positiva: per la prima volta, molti docenti di sostegno precari hanno preso servizio già dal primo settembre. Una conquista che si deve all’introduzione della cosiddetta “Fase Zero”, una nuova procedura ministeriale pensata per garantire la continuità educativa tra docente e alunno, accogliendo le richieste delle famiglie.

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Anche la formazione dei docenti di sostegno riceve finalmente l’attenzione necessaria. Sono attivi corsi promossi da Indire, università online, e bandi specifici delle Università di Cagliari e Sassari per la specializzazione degli insegnanti con esperienza sul campo.

Il nuovo anno scolastico parte dunque con molte incognite. Il calo demografico è una sfida strutturale che richiede politiche di lungo periodo, ma nel breve servono risposte urgenti sulla stabilizzazione del personale, sull’equilibrio nella distribuzione dei dirigenti e sul rafforzamento dell’organico Ata.

 

 

 

@Redazione Sintony News