Dopo giorni di speculazioni, è arrivata la conferma ufficiale: Ozzy Osbourne, icona indiscussa dell’heavy metal e voce storica dei Black Sabbath, è morto lo scorso 22 luglio a causa di un infarto acuto seguito da arresto cardiaco. A chiarirlo è il certificato di morte diffuso lunedì 5 agosto, che mette fine alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni su una presunta eutanasia.

L’artista britannico si è spento all’età di 76 anni, lasciando un vuoto profondo nel panorama musicale mondiale. Il certificato medico, come riportato dall’ANSA, segnala come concausa della morte una patologia coronarica e le disfunzioni degenerative legate al morbo di Parkinson, malattia con cui l’artista conviveva dal 2019.

Ozzy Osbourne aveva affrontato con coraggio e ironia i problemi di salute dell’ultimo decennio. Dopo una carriera costellata di eccessi, successi e provocazioni, il "Principe delle Tenebre" aveva dichiarato pubblicamente nei mesi scorsi di essere consapevole della fine imminente, senza mai rinunciare all’ironia che lo ha sempre contraddistinto. Il suo ultimo concerto risale al 5 luglio, appena tre settimane prima della morte, e rappresenta l’epilogo di una carriera che ha segnato la storia del rock.

Il funerale privato si è svolto il 31 luglio a Birmingham, città natale dell’artista, dopo un corteo funebre partecipato e commosso.

In rispetto delle sue volontà, Osbourne è stato sepolto nella sua proprietà nel Buckinghamshire, accanto a un lago privato. La tomba è stata ricavata ai piedi di un melo selvatico, come lui stesso aveva scritto nella sua autobiografia Io sono Ozzy, con un ultimo tocco di umorismo: "Così che i ragazzi possano trasformarmi in sidro e sbronzarsi".

Dai Black Sabbath fino alla carriera solista, passando per la controversa serie TV The Osbournes, Ozzy Osbourne ha incarnato una figura leggendaria del rock: eccessivo, fragile, provocatore, ma profondamente umano. 

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