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4 Agosto 2025

Raoul Bova querela Fabrizio Corona: "Illecita diffusione di dati personali"

Nel mirino dell’attore, la pubblicazione – su canali social e Telegram – di messaggi privati scambiati con Martina Ceretti, influencer 23enne

La vicenda tra Raoul Bova e Fabrizio Corona si arricchisce di un nuovo, pesante capitolo giudiziario. L’attore ha infatti deciso di querelare direttamente l’ex re dei paparazzi per illecita diffusione di dati personali, un reato che, secondo il codice penale, può essere punito con una pena fino a tre anni di carcere.

Nel mirino dell’attore, la pubblicazione – su canali social e Telegram – di messaggi privati scambiati con Martina Ceretti, influencer 23enne. I file sarebbero stati inoltrati a Corona da Federico Monzino, pr milanese e amico della giovane modella.

Raoul Bova, è guerra con Fabrizio Corona: nuova querela

Dopo la denuncia per diffamazione già depositata dall’avvocata Annamaria Bernardini de Pace (ex suocera di Bova), la nuova querela – firmata dall’avvocato David Leggi – punta su un’accusa ancora più grave, che ruota attorno alla violazione della privacy e al profitto derivato dalla diffusione non autorizzata dei contenuti.

A suscitare particolare sdegno sono state le modalità della diffusione: Corona non si è limitato a condividere i messaggi, ma ha incitato apertamente alla loro diffusione virale tra gli utenti, come si legge nei post allegati alla denuncia"Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po’ questo 'VIP', che non sono più fighi di voi."

Secondo la ricostruzione legale, tale messaggio dimostra l’intento denigratorio e di scherno, ma anche una finalità commerciale tutt’altro che secondaria. “La finalità di profitto appare innegabile – si legge nell’atto – i canali social e Telegram di Corona sono a pagamento, e includono inserzioni pubblicitarie. Il guadagno è direttamente proporzionale al numero di visualizzazioni e condivisioni.”

Fabrizio Corona risponde alle querele di Bernardini de Pace: “Rocio la  difendo io”

La querela sottolinea come i due presupposti per configurare l’illecita diffusione di dati personali siano pienamente soddisfatti: da un lato, il vantaggio economico, dall’altro la chiara volontà di danneggiare l’immagine pubblica di Raoul Bova, già messo sotto pressione da una campagna mediatica aggressiva.

Fabrizio Corona non ha ancora replicato ufficialmente all’azione legale, ma nei giorni scorsi aveva rivendicato la propria attività sui social come forma di “libera informazione non convenzionale”, difendendo il diritto di raccontare ciò che altri non osano pubblicare.

 

 

 

@Redazione Sintony News