Una maturità senza il massimo dei voti si è trasformata in un caso pubblico destinato a far discutere. È accaduto a Foligno, in Umbria, dove la madre di una studentessa del liceo classico Frezzi-Beata Angela ha dato il via a una vera e propria campagna di protesta social contro la scuola, colpevole, a suo dire, di aver penalizzato ingiustamente la figlia durante l’esame di Stato.
Come riportato da Il Messaggero, la donna ha pubblicato oltre 20 video su Facebook per denunciare presunti favoritismi e ingiustizie da parte del corpo docente.
Nei filmati, rimossi successivamente, la madre ha accusato in modo diretto alcuni insegnanti di non aver valutato equamente la performance della ragazza, in particolare puntando il dito contro la docente di Italiano, che, secondo l’accusa, “non assegna mai il voto 10” e avrebbe compromesso così la possibilità per la studentessa di ottenere il punteggio massimo all’esame di maturità.
Di fronte al clamore suscitato dalla vicenda, la dirigente scolastica Maria Marinangeli e il Collegio dei Docenti sono intervenuti con una nota ufficiale per respingere ogni accusa. “Si tratta di congetture non suffragate da alcun riscontro oggettivo”, scrive la scuola, sottolineando come il percorso valutativo sia stato condotto nel pieno rispetto delle regole e della professionalità.
La dirigenza ha inoltre smentito uno dei punti centrali dei video, ovvero la presunta valutazione di 10 in Italiano ottenuta dalla studentessa nell’anno precedente. “Dagli atti ufficiali risulta un 9”, precisa la scuola. Anche le insinuazioni circa presunti bonus assegnati ad altri studenti senza reale merito – come l’incapacità di tradurre il latino o incertezze nella prova orale – sono state definite infondate.
L’escalation social ha spinto la scuola a valutare eventuali azioni a tutela dell’immagine dell’istituto e del corpo docente, ritenendo i video “un attacco gratuito e lesivo della dignità professionale” proprio in un momento cruciale come quello degli esami di maturità.
Il caso è ora al vaglio dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, che dovrà approfondire la vicenda e verificare se sussistano eventuali profili disciplinari o criticità procedurali.
L'episodio ha immediatamente sollevato un acceso dibattito sui social e tra l’opinione pubblica: da una parte chi sostiene la libertà di critica e la frustrazione di una madre delusa dal risultato ottenuto dalla figlia, dall’altra chi difende il lavoro e l’autonomia professionale dei docenti, sottolineando i rischi di derive pericolose quando le valutazioni scolastiche finiscono sotto la lente dei processi social.
@Redazione Sintony News