In un’Italia che si prepara a commemorare l’Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, il lutto nazionale per la morte di Papa Francesco impone un cambio di rotta alle tradizionali celebrazioni del 25 aprile. In molte città e paesi della Penisola, da Nord a Sud, sindaci e amministrazioni comunali hanno scelto di annullare o ridimensionare cortei, comizi e manifestazioni previste per la ricorrenza. Una decisione che, in diversi casi, ha innescato accese polemiche politiche e proteste da parte delle associazioni partigiane e dei cittadini.
A far notizia sono stati, tra i primi, i Comuni bresciani di Ono San Pietro e Cividate Camuno, che hanno deciso di annullare i cortei. Stessa linea per Domodossola, dove la sospensione delle iniziative ha incontrato le critiche di Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Volt, che parlano di una “decisione incomprensibile” in un contesto in cui la memoria storica andrebbe invece valorizzata.
A Romano di Lombardia (Bergamo), la controversia è esplosa attorno a una nota del presidente del Consiglio comunale Paolo Patelli (Lega), che ha vietato l’esecuzione di brani musicali e canti – eccezion fatta per “Il Silenzio” e “l’Attenti” – nelle prime tappe del corteo. Tra i brani esclusi figura anche "Bella ciao", inno simbolico della Resistenza. L’Anpi locale ha denunciato la misura come “un attacco alla memoria storica del Paese”.
Le restrizioni non si fermano al Nord. A Genazzano, in provincia di Roma, un sindaco civico di centrodestra ha stoppato il corteo, sostituendolo con la sola deposizione di una corona di fiori. A Ponte San Nicolò, nel Padovano, è invece una giunta di centrosinistra ad annunciare la cancellazione di tutte le celebrazioni previste “in segno di rispetto per il lutto nazionale”, proponendo in alternativa una messa in suffragio.
A Cinisello Balsamo (Milano), la CGIL denuncia la sospensione del comizio dell’Anpi, la riduzione del percorso del corteo e il divieto per i partiti di esporre bandiere. Anche qui, il sindaco è finito al centro delle critiche. A Cagliari, invece, il corteo è stato confermato, ma si terrà senza la tradizionale banda comunale, in un clima comunque più sobrio. Una scelta che, stavolta, ha avuto il via libera del coordinamento regionale dell’Anpi.
Anche gli eventi culturali previsti negli Archivi di Stato e negli edifici gestiti dalle sedi archivistiche statali sono stati rinviati o cancellati, in ottemperanza alle disposizioni legate al lutto nazionale.
La lista dei Comuni che hanno adottato misure simili è lunga e attraversa l’intero arco costituzionale: da amministrazioni di destra a quelle di sinistra, passando per sindaci civici e giunte miste. Le motivazioni ufficiali rimandano tutte al rispetto dovuto alla figura del Pontefice e al lutto proclamato a livello nazionale. Ma le reazioni sono tutt'altro che unanimi.
L’Anpi, in molte delle realtà coinvolte, ha espresso preoccupazione per quello che considera “un precedente pericoloso”, temendo che il sacrificio della memoria della Resistenza venga subordinato a eventi di altro tipo, seppur significativi.
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