Oggi sono personaggi di spicco, siedono tra i banchi del Governo. Ma questo non significa che fossero degli studenti eccellenti. Per scoprirlo Skuola. net recentemente ha intervistato i politici più di spicco nel 2024.
Elly Schlein si è autodefinita timida, almeno all’epoca degli studi, con tanto di aneddoto universitario: “Sono stata costretta a candidarmi per il consiglio di facoltà e ricordo la fatica di dare i volantini perché sono timida: alla fine ho ottenuto 71 voti”.
Ma non solo. Neanche nell’organizzazione era brava: “Ero una pessima studentessa”, racconta la segretaria del PD, “una di quelle che andava bene ma che si riduce a studiare nelle ultime 48 ore, in extremis, che si applica quando sente la pressione. Il paradosso è che, andando bene, passavo anche per secchiona”. A confermarlo gli ottimi risultati ottenuti, a partire dal massimo dei voti al diploma di Maturità, guadagnato nel 2004 in Svizzera, in un indirizzo equiparabile al tradizionale Liceo Classico. Percorso continuato poi con una laurea in Giurisprudenza per “fare ricorso a una multa”, anche in questo caso con voto pieno, 110 e lode.
Giorgia Meloni, invece, si descrive come "un'alunna dalla media alta". La premier vanta, infatti, un 60/60 alla Maturità linguistica. Ma non si definisce secchiona: “Non è che studiassi tanto, però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell'interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata”. E a quanto pare era anche indisciplinata: “La condotta era bassa, di solito era 7 al primo quadrimestre, poi 8 al secondo, alla fine me la cavavo”.
Altro studente brillante è stato Giuseppe Conte. E in effetti si è definito “uno studente che studiava”, ma anche un alunno “che non portava i libri a scuola perché il compagno di banco li doveva portare anche per me. Io poi ricambiavo”. Per lui il massimo dei voti (60 su 60), così come la laurea in Giurisprudenza.
“Ero uno studente medio - racconta invece Antonio Tajani - bravo in alcune materie, più in difficoltà in altre. Una volta presi anche un 1 al compito di greco. Però non sono mai stato né rimandato né bocciato. Con i numeri è sempre stato un problema - confessa - non a caso ho fatto il liceo classico e poi Giurisprudenza”. Tajani ha conseguito la Maturità con la votazione di 48/60 e la laurea in Giurisprudenza con la votazione di 108 su 110.
Altrettanto medio a scuola Matteo Salvini “un alunno discreto, con le bigiate e le autogestioni che andavano fatte. Rimandato solo una volta, in primo liceo, in matematica”. Un rapporto conflittuale con i numeri che perdura: “Per alcuni versi è ancora così. Dopo 35 anni confesso ancora il mio astio nei confronti delle disequazioni”. Anche lui ha conseguito la maturità con “48 su 60".
Matteo Renzi, invece, ha dichiarato che avrebbe voluto studiare più a fondo il greco e ha raccontato poi l’esperienza come rappresentante di istituto: “L’ho fatto per due anni, in seconda e terza liceo. La prima volta sono passato normale, l'anno dopo invece fui il più votato”.
Lui si è descritto come uno studente “mezzo e mezzo, nel senso che sono uscito bene dal liceo, con 60-60esimi. Però, prima, sono anche stato rimandato in Scienze, al quarto anno. Penso di essere stato l’unico al Classico”.
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