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7 Aprile 2024

Il futuro incerto del principe William: tra dovere reale e famiglia

Il principe William affronta l'annus horribilis della monarchia britannica tra situazioni difficile in famiglia e un futuro incerto

Nessuno avrebbe mai immaginato che il 2024 si sarebbe rivelato l'annus horribilis della monarchia britannica, colpendo l'erede al trono nei suoi affetti più intimi e gettando un'ombra di dubbio sul suo futuro. Da essere definito il principe azzurro a essere conosciuto come il "principe dei party" e successivamente come il "principe-che-lavora-poco", William sembra ora destinato a essere ricordato come il principe triste.

Lo scorso gennaio ha segnato l'inizio di un periodo difficile per la famiglia reale britannica. Mentre suo padre e sua moglie sono stati ricoverati per interventi di routine, le notizie successive hanno portato sconforto ai Windsor e hanno messo William al centro di una difficile situazione familiare. Sia suo padre che sua moglie sono stati diagnosticati con il cancro, cambiando improvvisamente il corso delle cose per l'erede al trono. Questo evento ha aumentato enormemente il peso delle responsabilità su William, che si è trovato a navigare tra due fuochi.

 

Ed Owens, storico e esperto di questioni reali, ha sottolineato: "William si è adattato subito al ruolo di principe del Galles in cui è stato catapultato alla morte della regina Elisabetta II ma il dubbio che rimane è se lui sia altrettanto attivo e con lo stesso senso del dovere di coloro che lo hanno preceduto e degli altri reali impegnati per la corona”. Il confronto con il lavoro instancabile del padre, Carlo III, che ha svolto il ruolo per un tempo straordinariamente lungo prima di essere incoronato, rende evidente la difficoltà di equiparare il loro impegno. Anche oggi, nonostante la sua malattia, Carlo III continua a impegnarsi al massimo nelle sue funzioni pubbliche, dimostrando una dedizione encomiabile.

Da parte sua, William sembra mostrare una minore presenza pubblica, annullando impegni all'ultimo minuto e ritirandosi dalle attività più rilevanti appena possibile. Non solo ha dovuto fare i conti con le malattie dei suoi cari, ma ha anche dovuto gestire il lungo ricovero di sua moglie Kate e affrontare le difficoltà personali che ne sono derivate.

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Questa nuova fase della monarchia britannica solleva interrogativi sul futuro ruolo di William e sulla direzione che la famiglia reale intende prendere. “William mette la famiglia davanti a tutto – sottolinea Owens – ma a questo punto ci si interroga se ciò non implichi che la monarchia voglia cambiare stile”. “Quella che conosciamo è la monarchia basata sullo stile di Elisabetta II”, prosegue il ragionamento Owens che ricorda come la sovrana amata, rispettata e tanto longeva avesse associato la sua figura ad un numero consistente di attività caritatevoli. Per la cronaca, ad oggi, a più di un anno e mezzo dalla sua scomparsa, 800 associazioni a lei intitolate sono ancora in attesa di un patron che la sostituisca. Il suo convincimento era quello di “essere vista per essere creduta e di mantenere un contatto vivo con le organizzazioni benefiche ed i loro membri per premiarne il valore sociale”.

La domanda cruciale che emerge, secondo lo storico, è se William desidererà e sarà in grado di mantenere il ritmo e il sistema attuali o se opterà per un approccio diverso, imprimendovi la sua personale impronta. A giudicare dalle sue azioni finora, sembrerebbe propenso per la seconda opzione, “enfatizzando il ruolo della famiglia e della routine familiare che rappresenta sempre una priorità per lui e per Kate. Esattamente ciò che Elisabetta II non ha fatto a suo tempo”. È evidente che i principi del Galles aspirino a un ruolo rinnovato per la monarchia, come suggerisce l'analisi di Owens. Questo nuovo approccio si materializzerà attraverso “una minore presenza dei suoi attori principali (ovvero gli eredi al trono e futuri regnanti) per ridurre i loro impegni pubblici”.

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“Finora – chiarisce Owens – hanno detto che vogliono promuovere i grandi appuntamenti, quelli molto attrattivi come il Premio per l’ambiente fondato da William e le sue attività per i senzatetto, così come i progetti per la salute dei neonati promosse da Kate”. Queste iniziative, sebbene limitate in numero, sono chiare e impattanti. Sembrerebbe che i futuri monarchi non prevedano una frequente presenza pubblica, ma piuttosto concentrino il loro ruolo nei grandi eventi, ridefinendo così uno stile consolidato da oltre un secolo.

Tuttavia, come sottolinea Owens, un effetto collaterale di questa strategia è che “dopo che Kate Middleton si sarà rimessa, come tutti ci auguriamo, loro dovranno tornare a mostrarsi per riconnettersi con il popolo dei loro sudditi perchè devono dimostrare di meritare quello che hanno e la gente vuole sapere che valgono i soldi che costano”. È stato riportato che nel 2021-22 ogni cittadino britannico ha contribuito con 1,29 sterline a testa per il mantenimento della corona, che ha registrato un aumento delle spese del 5%.

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“I principi del Galles cercano di mostrarsi come una famiglia normale della classe media, un basso profilo in cui ci si possa riconoscere – ricorda Owens – ma sappiamo tutti che non lo sono. Hanno minimizzato l’idea che appartengono all’alta società ma di fatto i loro figli frequento scuole private esclusive ed i loro amici sono aristocratici. Non sono persone semplici anche se cercano di rappresentarsi come tali”.

Ma l'accento sull'ordinarietà potrebbe non avere lo stesso impatto delle tradizioni saldamente radicate e della dedizione implacabile di Elisabetta II per la corona. Quel che pare certo è che, ad oggi, l’aver limitato la presenza quotidiana dei principi del Galles, a maggior ragione in una monarchia tanto ridotta, sembra aver generato solo grandi effetti collaterali.

 

 

Marta Rachele Pusceddu