La Sardegna soffre. Crisi economica e conseguente calo della richiesta di forza lavoro stanno uccidendo l’Isola. Si registra infatti da un lato un saldo negativo costante in linea con la media nazionale, conseguenza dello sbilancio tra numero di nascite in calo e numero di decessi in aumento, dall'altra segnala un'aspettativa di vita piuttosto elevata. Dai principali indicatori demografici regionali, confrontati con quelli nazionali dal 2019 al 2022, emerge che la Sardegna ha un tasso di natalità più basso, così come è inferiore la percentuale di popolazione tra 0 e 14 anni. Al contrario, la popolazione sarda ha un'età media superiore alla media italiana, così come una percentuale maggiore di cittadini over 65 anni. Dati confermati anche dal Rendiconto sociale regionale 2022 dell'Inps.
Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2023 la popolazione sarda è di 1.575.028 persone, con una prevalenza femminile (802.450) rispetto alla componente maschile (772.578). Il numero di residenti è in costante calo rispetto agli ultimi anni, nel 2020 erano 1.611.211, con una diminuzione di oltre 36 mila persone. A livello di province, Sassari è la più popolosa con 473.629 abitanti a inizio 2023, seguita da Cagliari con 419.553, Sud Sardegna 333.621, Nuoro 198.184 e Oristano con 150.041 residenti. Negli ultimi quattro anni tutte le province sarde hanno perso un numero considerevole di residenti. In particolare, dal 2020 a gennaio 2023 Sassari e Sud Sardegna registrano circa 11 mila cittadini in meno, Nuoro circa 7 mila, Oristano circa 4 mila e Cagliari circa 3 mila. A conferma del progressivo spopolamento dell'Isola vi sono diversi indicatori negativi. A cominciare dal tasso di natalità sceso nel 2022 al 4,9 (era il 5,5 nel 2019), decisamente inferiore a quello medio italiano che nel medesimo anno si attesta al 6,7. Così come sono più bassi in Sardegna il numero medio di figli per donna (0,95 contro 1,25 della media italiana) e la percentuale di persone tra 0 e 14 anni (10,7% contro il 12,7%).
I dati Inps sulle dinamiche demografiche degli ultimi 10 anni sottolineano la progressiva erosione della popolazione sarda. Il rapporto tra nascite e decessi, è sempre più negativo, passando dal -2.790 registrato nel 2011 al -10.553 del 2021. Nel decennio considerato, il numero delle nascite si è ridotto di 4.418 unità. Negli ultimi dieci anni la speranza di vita della popolazione regionale è cresciuta da 84,7 anni nel 2011 a 85,5 anni nel 2021 per le donne, da 79 a 79,9 anni per gli uomini, seppur con leggere oscillazioni da un anno all'altro del periodo considerato. L'indice di longevità si attesta a 85 anni e mezzo, il terzo posto in Italia.
In Sardegna nel 2022 il numero dei matrimoni è in ripresa dopo il crollo del 2020, anno della pandemia. Il tasso medio della regione è salito infatti dall'1,5 ogni 1.000 abitanti del 2020 al 2,4 del 2021, fino al 2,7 del 2022. Un dato comunque inferiore rispetto alla media nazionale che si attesta al 3,2. Per quanto riguarda l’emigrazione, i sardi che hanno lasciato la terra d'origine nel 2021 sono stati 34.513. Sono soprattutto i cagliaritani, oltre 11mila, a decidere di cambiare residenza. Gli stranieri residenti in Sardegna a fine 2022 sono 48.617.
Per cercare di porre un freno al fenomeno dello spopolamento e della bassa natalità, la Regione sta mettendo in campo una serie di interventi sostenuti dallo stanziamento di 360 milioni di euro previsti nella legge di stabilità 2022 a cui sono stati aggiunti altri 40 milioni nel corso del 2023. In particolare, le azioni riguardano i comuni con meno di tremila abitanti, il bonus nascite, il sostegno ai mutui prima casa e le agevolazioni per le attività produttive per sostenere la ripresa economica dei territori, favorendo la nascita di nuove attività imprenditoriali specie nei piccoli comuni. Con riferimento alla gestione e alla programmazione regionale dei flussi migratori, la Regione, tra l'altro, ha finanziato il Crei Acli per la realizzazione dell'Osservatorio permanente sui flussi migratori e sulle condizioni delle migrazioni in Sardegna, al fine di analizzare costantemente immigrazione ed emigrazione, in modo da poter elaborare specifiche politiche di intervento.
Redazione sintony.it