Denatalità e spopolamento sono due dei grandi temi che investono la Sardgnea. La crisi c’è e lo certifica l’Istat con numeri che non ammettono repliche. I giovani emigrano, quei pochi che restano non trovano lavoro e hanno paura a sposarsi e fare figli. Persino il prestigioso quotidiano inglese Times ha mandato un inviato in Sardegna per scoprirne le cause. Il risultato: entro il 2050 la popolazione passerà da 1milione e 600mia a 800mila sardi. Si va verso l’estinzione dunque.
Ma la voglia di diventare genitori c’è. Un cagliaritano su due fra i residenti senza figli sogna di diventare genitore ma deve rinunciare a causa della precaria situazione economica e della mancanza di adeguate politiche a supporto delle famiglie. Il dato emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che colloca Cagliari al primo posto fra le città italiane per voglia di natalità: 47% contro una media nazionale del 26%. Il 57% di chi desidera avere dei figli, ritiene che il numero ideale sia due, il 22% pensa sia meglio avere un figlio unico e il 21% vorrebbe ben tre pargoli.
Dall'analisi, che si focalizza sul problema della denatalità in Italia e sulle politiche a supporto delle famiglie, spiccano una serie di dati preoccupanti per la realtà della Sardegna. Nell'Isola la denatalità influirà negativamente soprattutto sul sistema pensionistico (lo pensano il 46% degli intervistati) e potrebbe contribuire allo spopolamento delle aree non urbane (opinione del 36%). Ancora, un cittadino su due ritiene insufficienti le attuali politiche dell'Italia a supporto della famiglia.
Fra le misure che sono ritenute le più efficaci per contrastare il fenomeno delle culle vuote, ci sono l'assegno universale per ogni figlio a carico (57%) e l'estensione dei congedi parentali (55%). Tra i cittadini lavoratori verrebbe anche molto apprezzata la flessibilità (36%) come il lavoro da remoto integralmente o in parte (20%) e la flessibilità nell'orario di entrata/uscita (14%).
Sempre in tema di welfare, il 38% dei cagliartiani apprezzerebbe molto aiuti economici da parte dell'azienda per cui lavora, così da ammortizzare le spese dovute alla nascita di un bambino; in particolare si pensa a un piano di assistenza sanitaria integrativa per le visite specialistiche private a prezzo ridotto per i figli (25%) o anche l'istituzione di un asilo all'interno dell'azienda (24%). Ma le cause principali della denatalità sono considerate la non florida situazione economica personale (45%) e l'alto costo della vita (23%).
Redazione sintony.it