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7 Novembre 2023

Spopolamento e denatalità, la Sardegna finisce sul Times, solo 0.95 nati per ogni donna

Istat: se si prosegue di questo passo la popolazione dell’Isola è destinata a dimezzarsi entro il 20250. Bambini? Non ce li possiamo permettere

Lo spopolamento della Sardegna finisce sulle prime pagine del prestigioso e influente quotidiano britannico Times, che manda un inviato nell’isola ad indagare sul fenomeno della denatalità. Non certo un vanto e tanto meno un’occasione promozionale per l’Isola: l’istantanea scattata dall’inviato Tom Kington, il giornalista autore del reportage – si legge nel quotidiano sassarese La Nuova Sardegna -, pur sottolineando la bellezza dell’ambiente e le grandi potenzialità in termini di qualità della vita, risulta infatti tristemente cruda nella sua oggettività. Il titolo sintetizza il pensiero dei giovani sardi intervistati: “Bambinos? No, we’re far to skint” (Figli? No, siamo troppo poveri”). I dati naturalmente sono quelli impietosi dell’Istat, che ormai da oltre un decennio certificano lo spopolamento della Sardegna e la crisi del mondo del lavoro.

 

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In Sardegna il tasso di natalità è inferiore a un bambino per donna (la cifra esatta è 0,95), record negativo in Europa e soprattutto meno della metà delle famose “due nascite per donna” che una società dovrebbe garantirsi per favorire l’incremento demografico nel proprio territorio. “Se non cambia nulla – si legge nell’articolo del Times – gli esperti si aspettano che la popolazione dell’isola, attualmente ferma 1,6 milioni di abitanti, si dimezzi entro il 2050”.

 

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Una proiezione alla quale il quotidiano britannico aggiunge le considerazioni di Francesco Gaudio, ricercatore dell’Istat: «Il Mezzogiorno va guardato con estrema attenzione perché costituisce un osservatorio privilegiato dal quale si può già assistere a ciò che potrebbe accadere prossimamente in tutta Italia e in Europa».

 

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Ce n’è abbastanza, dunque, per spingere il reporter Kington a girare per l’isola in cerca di casi concreti e testimonianze di giovani coppie. La domanda da porre è secca: come mai non fate figli? I primi a rispondere sono Massimo Petretto e Camilla Spiga, due fidanzati tra i venti e i trent’anni incontrati in pizzeria a Oristano mentre trascorrono la serata con altri coetanei nella loro stessa situazione. Massimo, laureato in Scienze delle comunicazioni, subito dopo aver conquistato l’agognato pezzo di carta ha fatto domanda per 30 posti di lavoro, ma senza ottenere alcun risultato. “Molti di noi sono disoccupati – racconta lui stesso riferendosi al gruppo di amici – ma una cosa che abbiamo proprio tutti in comune è che non abbiamo figli”.

 

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A Massimo piacerebbe mettere su famiglia insieme alla sua ragazza, ma non può permetterselo. “Senza un contratto di lavoro non puoi affittare una casa e ancora meno comprarla, e senza un’abitazione i bambini sono impensabili”. Tanto è vero che il giovane intervistato, “come il 71 per cento degli italiani del Sud tra i 18 ai 34 anni, vive ancora con i suoi genitori”, sottolinea il giornalista del Times ben sapendo che un dato così nel Regno Unito è alquanto sorprendente.

 

Dettaglio - Sardegna Digital Library



E invece in Sardegna è assolutamente normale. E se si prendono in considerazione i giovani della medesima fascia di età (18-34), si scopre che nell’isola sono diminuiti del 40 per cento negli ultimi vent’anni. Il che, evidenzia il cronista, genera nei centri urbani una sensazione spettrale. “Dopo la pizza – conclude Massimo – il sabato sera c’è ben poco da fare: la pista da bowling ha chiuso otto anni fa, le discoteche sono passate da quattro a una. C’è malinconia e sensazione di vuoto: Oristano ora è una città per vecchi”.

Redazione sintony.it