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9 Novembre 2023

Soru ha deciso, si candida alla presidenza della Regione

L’ex governatore affida la sua decisione alle pagine de La Nuova Sardegna con una lunga intervista: “non contro il PD”

Renato Soru  si candida a governatore per la Sardegna. Ma la scelta dell’ex presidente non è fatta contro il Pd, almeno da quello che dice lui: «Spero che il Pd si ricreda e capisca la necessità di sostenere un progetto di reale cambiamento – spiega -. Io sono pronto a condividere e allargare il progetto, ma in ogni caso andrò avanti. Non sarebbe giusto fermare questo processo in atto». E quanto dice Soru in una intervista esclusiva a La Nuova Sardegna oggi in edicola. Soru rompe gli indugi e probabilmente l’incontro di sabato a Cagliari sarà il palco da cui lancerà pubblicamente la sua candidatura a governatore.

 

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Una “Rivoluzione gentile”, scrive. Una scelta di campo, coraggiosa e aperta alla società civile. Ma con la speranza di trovare un sostegno anche dai partiti del centrosinistra. Più Europa e Liberu, che condividono il suo progetto, sono ancora poca cosa per poter sperare di scalare il Palazzo.

 

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Come ha preso la scelta del Campo largo di evitare le primarie? Domanda La Nuova. «Ho partecipato alla nascita del Pd, sono tra i 40 che hanno contribuito alla sua fondazione a livello nazionale. In Sardegna il Pd è nato dalla fusione di Ds, Margherita e Progetto Sardegna. Da sempre ho creduto nell’idea che ha ispirato la nascita del Pd. Ho fatto il presidente della Regione, sempre con un progetto da portare avanti, costruito attraverso decine di incontri pubblici, il dibattito e l’ascolto. Ora sono ancora iscritto al Pd, anche se non faccio parte degli organi dirigenti. Osservo sconfortato come il Pd abbia rinunciato a proporre la sua idea di Sardegna e a guidare il governo dell’isola. Come si sia arreso davanti alle imposizioni del M5S. Come abbia rinunciato alle sue responsabilità, a essere protagonista del futuro della Sardegna». La sua decisione di scendere in campo nasce “dall’amore per la Sardegna. Ho fatto una proposta chiara e ho dato la mia disponibilità fin da subito, apertissimo al confronto con altre eventuali candidature. Non c’è stata nessuna disponibilità”.

 

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Da tempo Soru lo dice in pubblico. “Si mi candido. Ho chiaro in testa un progetto per la Sardegna, so quali sono le emergenze in essere: in tempo di autonomie differenziate va ripreso il confronto con lo Stato, l’amministrazione è basata su strumenti arcaici, ha perso la capacità di gestire le risorse, la sanità pubblica sempre più lontana, i trasporti inadeguati e precari, la scuola dimenticata, non si guarda al futuro. Non si riescono a spendere i soldi del Fondo sociale europeo per la formazione professionale. Questa è una regione da ricostruire. Siamo tornati indietro, nuovamente all’Obiettivo 1. Serve un momento di rifondazione. Io da tempo spiego quali sono le priorità, qual è il progetto per la Sardegna, per il suo presente, per il suo futuro”.
 

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In Sardegna – prosegue il fondatore di Tiscali - serve un cambiamento profondo, un nuovo Progetto di Rinascita. Serve un colpo di reni simile a quello che ha portato fuori la Sardegna degli anni Cinquanta dal medioevo, come si fece col piano di Rinascita. Oggi abbiamo un’occasione unica. Abbiamo risorse straordinarie pari a tre volte quelle che finanziò il piano di rinascita anni 60, per far fare un balzo in avanti alla nostra isola. Ma questo scatto non verrà né da Roma, né da Bruxelles. Si può avere solo se saranno i sardi a portarlo avanti”.

 

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“Ecco perché – continua - io mi rivolgo alle forze migliori della Sardegna, mi rivolgo alle intelligenze, al popolo, a chi ogni giorno lavora per far crescere la nostra isola. Uomini e donne che si riconoscono in un progetto comune. Un progetto che nasce nei territori, dall’ascolto, come abbiamo fatto in questi mesi di incontri. E non con un accordo calato dalle segreterie dei partiti. Si ignora che la Sardegna vive una fase drammatica e al tempo stessa ricca di opportunità della sua storia. Abbiamo perso 100mila abitanti in dieci anni, l’isola si spopola nell’indifferenza. Occorre reagire”, conclude nella sua intervista a La Nuova Sardegna.

Redazione sintony.it