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8 Settembre 2023

Governo approva il decreto Caivano, lotta alle baby gang, carcere per i genitori e stop a cellulari

Stetta del CdM: avviso orale del questore anche per i minorenni, stop all'utilizzo del cellulare e carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola

Consiglio dei ministri  ha approvato il  decreto legge Sud, con "disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese", e un primo pacchetto sicurezza dopo i fatti di Caivano, con un altro decreto legge con "misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile". Il “decreto Caivano”, varato dal Governo, prevede norme per il risanamento e la riqualificazione del territorio del Comune campano e per favorire lo sviluppo economico e sociale dell’area.

 

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In passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro, ha dato il segnale che in alcune questioni era meglio non entrare, che in qualche maniera erano talmente complesse da risolvere che metterci la faccia avrebbe potuto essere pericoloso: penso che questo di oggi sia invece un segno di uno Stato che decide di mettere la faccia anche su materie che sono molto complesse e difficili da risolvere”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in conferenza stampa alla fine della riunione del Governo.
 

Il decreto agisce sull’applicabilità delle misure cautelari ai minori di 18 anni, con l’obiettivo di sanzionare e dissuadere dal tenere comportamenti contrari alla legge, e prevede specifici percorsi di reinserimento e rieducazione del minore autore di condotte criminose.

 

Bullismo e cyberbullismo

 

Tra i provvedimenti illustrati dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, c’è “un inasprimento delle sanzioni, per adulti e minori, per il porto di arma bianca” e “per lo spaccio di stupefacenti di lieve entità”. Il decreto Caivano interviene anche “sul fenomeno delle cosiddette ‘baby gang’ e della violenza giovanile” con “una modifica al Codice Antimafia” che prevede “l’estensione della misura dell’ammonimento del questore ai minori tra i 12 e i 14 anni”. Ci sarà un ammonimento anche “per il reato di bullismo: la normativa vigente lo prevedeva per i reati di cyberbullismo, abbiamo quindi omogeneizzato la normativa e la estendiamo anche al caso in cui questi atteggiamenti siano svolti dai minori ultraquattordicenni”, ha spiegato Piantedosi.

 

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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto che il decreto coniuga “la necessità della repressione della delinquenza minorile con la necessità di consentire ai minori che hanno commesso dei crimini di poter trovare un percorso non soltanto punitivo, ma anche educativo”. Nordio ha spiegato che “non si è minimamente intervenuto sulla imputabilità del minore”, ma gli interventi riguardano ad esempio l’inasprimento delle sanzioni nei confronti dei genitori che non mandano i figli a scuola, un reato che “fino a ieri era punito in modo in termini contravvenzionali (30 euro, ndr), con una sanzione praticamente platonica”. Con questo provvedimento, ha spiegato poi il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chi non manda i figli a scuola rischia “fino a 2 anni di carcere” e una “valutazione del giudice minorile” che può “revocare la potestà genitoriale”.

 

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A chi vede queste norme repressive, la premier replica che si tratta anche di “norme di prevenzione, perchè se l’uso dei minorenni nelle pratiche criminali si è allargato a dismisura in questi anni è anche perchè non ci sarebbero state particolari conseguenze”.

 

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Tra gli interventi previsti dal decreto Caivano anche la stretta sui contenuti web: in conferenza stampa, la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha annunciato un intervento che solleciti e sostenga “la responsabilità educativa della famiglia”, rendendo automatico su pc e smartphone “il parental control, uno strumento che esiste da molto tempo ma che non è assolutamente usato”. “Quando il ministro Roccella ha parlato dell'età del primo accesso ai siti pornografici, 6-7anni, ho visto le facce di alcune madri e anche la mia”, ha detto la premier Giorgia Meloni chiarendo che questa materia va affrontata d'impatto. Il blocco dell’accesso dei minori e la certificazione dell’età, ha aggiunto successivamente la premier, “è una materia molto complessa, sulla quale non considero giusto intervenire per decreto”.

 

 

 

Per quanto riguarda specificamente il territorio di Caivano (foto in alto) il provvedimento prevede l’istituzione di una struttura commissariale che avrà a disposizione 30 milioni di euro per il primo intervento di risanamento del territorio”

 

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Via libera del Consiglio dei Ministri anche al decreto legge Sud e Coesione, che introduce disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese. Gli accordi di coesione “avranno l’obbligo di andare a individuare preventivamente la sottoscrizione dell’accordo, gli ambiti di intervento, i singoli interventi e il cronoprogramma che accompagna i singoli interventi”, ha spiegato il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, sottolineando che il decreto “rappresenta anche un’occasione importante per rendere trasparente il monitoraggio che abbiamo messo in campo rispetto all’utilizzo di queste risorse”.

 

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Stanziati anche 45 milioni per un piano investimenti a Lampedusa che affronti tutte le questioni fondamentali legate all’approdo dei migranti, mentre è prevista l’istituzione della nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, la ZES unica, che dal 1° gennaio sostituirà le attuali otto Zone economiche speciali istituite nei territori del Mezzogiorno: “una grande opportunità e una grande vittoria”, sottolinea infine la premier Meloni, perchè “con la Zes unica, il Mezzogiorno d’Italia può competere ad armi pari con tutto il resto della nazione”.

 

Violenza sulle donne, il Codice rosso è legge

 

Sempre ieri è arrivato il via libera definitivo dalla Camera al disegno di legge per l'avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. Il testo è stato definitivamente licenziato a Montecitorio con 200 voti a favore, nessun contrario e 61 astenuti (Pd e Avs). La norma si inserisce nell'ambito del cosiddetto Codice rosso che prevede un'ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d'appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato.

Redazione sintony.it