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25 Agosto 2023

Stupro a Palermo, solidarietà per la vittima con il nuovo hashtag: “Io non sono carne”

Continua il sostegno per la vittima di stupro a Palermo. Nel frattempo i sei aggressori, attualmente in carceriere, chiedono il trasferimento perché minacciati

Io non sono carne”. Ecco l’hashtag che sta spopolando sui social in forma di solidarietà con la vittima dello stupro di Palermo. Una storia da brivido, quella che è successa tra il 6 e 7 luglio scorsi in cui una ragazza di 19 anni ha denunciato di essere stata stuprata da parte di 7 ragazzi tra i 18 e 22 anni. Al momento tutti e 6 si trovano in carcere, tranne uno, all’epoca minorenne, che è stato trasferito in comunità dopo aver collaborato. Coloro che si trovano nell’istituto di pena hanno chiesto di essere allontanati dalla struttura penitenziaria per via delle minacce ricevute.

Stupro Palermo, il Garante Privacy mette in guardia: «No alla condivisione  video, conseguenze penali» (bmqa)

Nei giorni scorsi i ragazzi, durante l’interrogatorio da parte dei magistrati, hanno risposto in lacrime, consapevoli di essersi cacciati in una situazione molto seria, ma non smettendo di accusare la vittima nei riguardi della loro violenza. Infatti, Christian Maronia chiede “perdono alla vittima” ma continua con “ci ha chiesto lei di avere rapporti, era consenziente. Non la conoscevo. Era la prima volta che la vedevo, ma Angelo mi aveva detto che era una che ci stava”. Versione dei fatti falsa, perché le intercettazioni smontano la sua versione: al telefono, il giovane, in una conversazione con altri due indagati, afferma: “Lei non voleva, faceva “no basta”!”.

Nelle ultime ore la community Thatsfabofficial ha lanciato la campagna #iononsonocarne, parole scritte da uno dei sette ragazzi nella chat degli arrestati, la frase intera recitava: “Se ci penso mi viene lo schifo, eravamo cento cani sopra una gatta, però che devo fare, la carne è carne”.

Così il direttore di “F”, Luca Dini, ha proposto l’hashtag e invitato tutti a condividerlo. “Noi di F e @thatsfabofficial ci ribelliamo a chi riduce la preda a un pezzo di carne da stuprare e il predatore a un pezzo di carne schiavo dei suoi istinti. Donne e uomini non sono carne” scrive sulla sua pagina Instagram postando una foto della mano con la scritta.

In tanti si sono uniti a questa presa di posizione, tra queste Caterina Balivo che accompagna il selfie a una profonda riflessione.

Anche Samantha de Grenet si unisce facendo un post all’insegna dell’indignazione.

Eva Grimaldi schifata dal caso di stupro a Palermo ricorda che le donne non sono oggetti e tantomeno non sono “la carne è carne”.

Adriana Volpe affida la sua riflessione a video pubblicato su Instagram in cui spiega che:  “Non possiamo più sentire ‘se l’è cercata’. Una donna può aver bevuto, fumato, indossato una minigonna ma nessuno è legittimato a molestarla, toccarla ed abusare di lei”.

Nel momento in cui è arrivata la notizia che uno dei 7 ragazzi era stato scarcerato,  ha raccolto 45mila firme la petizione online lanciata su Change.org con lo slogan si scrive donna, si legge vita”, per chiedere condanne esemplari per chi commette violenza contro le donne. A riguardo Ermal Meta ha deciso di rivolgersi alla presenza del Consiglio dei Ministri. Il cantante ha subito preso a cuore questa vicenda, ecco perché ora fa un appello alla premier Giorgia Meloni affinché finisca “questa mattanza”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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L’appello è stato lanciato in una diretta Instagram dal cantante che, dopo lo stupro di Palermo, ha pubblicato i racconti di vittime di abusi, “migliaia” di testimonianze. Successivamente, subito le parole che dedica alla premier: “Non ho votato per lei ma lei ma è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne. Mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?”.

@Redazione Sintony News