Fare un lavoro da remoto e viaggiare in luoghi diversi del mondo, sfruttando le potenzialità della tecnologia e di internet: è la vita da nomadi digitali, che a livello globale hanno raggiunto la quota di 35 milioni. Sono quelli che, sui social, vedi ieri in Sardegna e oggi in Svezia e non riesci mai a geolocalizzarli esattamente. Sono quelli che lavorano e viaggiano full time e sembra facciano “una vita da sogno”.
In media guadagnano oltre 1.600 euro al mese e, se si riunissero in un unico posto, costituirebbero il 38° Paese al mondo per ricchezza pro capite e il 41° per numero di abitanti. Sono questi i dati raccolti da Bluepillow, motore di ricerca globale di alloggi, sul nomadismo digitale, un trend in costante crescita negli ultimi anni.
I lavoratori-viaggiatori stanno gradualmente modificando le loro abitudini: sebbene l'11% dei digital nomads dichiari di restare in una località per 1-2 mesi, mentre il 12% si ferma per minimo 3 mesi, circa il 50% dei nomadi digitali sceglie di rimanere nello stesso posto per non più di 4 settimane, assecondando così il desiderio di abbinare la quotidianità lavorativa a momenti di scoperta del panorama locale.
Relativamente agli alloggi, la maggior parte dei nomadi digitali preferisce risiedere in un hotel, mentre altri chiedono ospitalità ad amici o familiari. Ulteriori opzioni popolari sono poi le case vacanze e gli appartamenti affittati da privati tramite piattaforme di ricerca, i camper e gli ostelli.
Marta Rachele Pusceddu