L’uomo in questione si chiama Chris Achter. L’agricoltore aveva ricevuto una proposta di contratto per la fornitura di un’importante quantità di cereali, al quale ha risposto con l’emoji del pollice. Questo fatto è stato ritenuto dal giudice come un accordo tra le parti, facendo capire che la “faccina”, in quel momento, ha sostituito la firma dell’uomo in questione.
La storia. Cris Achter aveva ricevuto il contratto per 87 tonnellate di cerali da consegnare entro novembre. Nella mail si leggeva “Si prega di confermare”. L’agricoltore ha risposto al contratto tramite una emoction, ma nel momento in cui la merce non è arrivata a destinazione nel periodo prestabilito l’azienda ha fatto ricorso.
Una sentenza costata 62mila dollari. “La Corte riconosce che non è un modo tradizionale di firmare, ma in queste circostanze resta valido”, queste sono state le parole del giudice della provincia canadese di Saskatchewan, T.J. Keen. L’uomo ha cercato di difendersi spiegando che la sua risposta si riferiva alla conferma di aver ricevuto la mail. Tuttavia, l’azienda ha spiegato che più volte aveva commissionato la consegna di prodotti agricoli e l’uomo aveva sempre riposto con frasi come “yup” oppure con emoction. Le volte precedenti, però, aveva sempre sempre consegnato la merce a differenza di questa volta.
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