L'Istat mostra un record di ultracentenari, che il primo gennaio 2023 in Italia erano 22mila: un risultato mai raggiunto nella storia del nostro Paese.
Duemila in più rispetto al 2022, secondo il rapporto annuale dell'Istituto di statistica gli italiani che hanno varcato la soglia del secolo di vita sono in gran parte donne (oltre l'80% del totale). Dei dati in forte aumento dei cosiddetti "grandi anziani": nel 2041 gli ultraottantenni supereranno i 6 milioni e gli ultranovantenni saranno circa 1,4 milioni.
A grandi linee, rileva l'Istat, in Italia prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: l'età media ha avuto un incremento, da 45,7 anni a 46,4 anni tra l'inizio del 2020 e l'inizio del 2023 nonostante l'elevato tasso di mortalità degli ultimi tre anni soprattutto a causa del Covid (oltre 2 milioni e 150mila, di cui l'89,7% riguardante persone over 65).
Il rapporto tra donne e lavoro, secondo l'indagine Istat, è un binomio ancora complesso da risolvere. La crescita dell'occupazione femminile italiana è stata quasi costante, interrotta soltanto da periodi critici: nel 2022, rispetto al 2004, il numero di donne occupate è incrementato di quasi un milione, a seguito di una riduzione di 154 mila uomini, e l`incidenza delle donne sugli occupati è salita dal 39,4 al 42,2 per cento. Nonostante i miglioramenti, c'è ancora tanta differenza con la media Ue27 (46,3%). L'Italia resta così, insieme a Malta e Grecia, uno dei paesi europei con la più bassa componente femminile nell'occupazione.
La presenza delle donne nel mondo del lavoro è da ricondurre ai carichi familiari, alla disponibilità di servizi per l'infanzia e la cura, ai modelli culturali: nel 2022 il tasso di occupazione delle 25-49enni è l'80,7% per le donne che vivono da sole, il 74,9% per quelle che vivono in coppia senza figli, e il 58,3% per le madri.
La differenza a sfavore delle madri rispetto alle donne senza obblighi familiari, si riduce per quelle madri aventi un titolo di studio importante. Per le laureate, il tasso di occupazione è superiore al 70% indipendentemente dal ruolo svolto in famiglia.
Inoltre, la popolazione esplicità sempre maggiore preoccupazione nei confronti delle tematiche ambientali: basti pensare che nel 2022 oltre il 70% degli italiani considerava il cambiamento climatico o l'aumento dell'effetto serra tra le preoccupazioni maggiori. Alcuni atteggiamenti, messi in campo per contenere l'impatto dell'uomo sull'ambiente hanno portato a miglioramenti, racconta l'istituto: in particolare vengono segnalati il calo delle emissioni di gas serra che nel 2019, prima del lockdown anti-Covid, erano il 24% in meno rispetto al 1990.
Inoltre, si registra che nel 2021 circolavano in Italia 39,8 milioni di autovetture, 673 ogni mille abitanti. Tra i paesi Ue, solo Polonia e Lussemburgo superano questi valori, che nelle altre economie più efficienti dell'Unione si stabilisce su livelli molto più bassi (583 in Germania, 571 in Francia, 525 in Spagna).
Alessandro Paolo Porrà