La holding di famiglia Fininvest, oggi, alla luce dei fatti, possiede un'esorbitante fortuna: anche se il gioiello più prezioso è ovviamente l’ex Mediaset, ormai chiamata Media For Europe per riflettere l’espansione in Spagna, controllata al 49,7% a seguito dell’offensiva francese di Vincent Bolloré. Un gruppo lanciato a seguito degli investimenti immobiliari, e che interruppe il monopolio televisivo della Rai nel 1980 per poi conquistare anche Italia 1 e rete 4 aggiudicandosi, inoltre, il permesso a trasmettere in tutta Italia grazie al governo Craxi con quelli che vengono conosciuti nella storia proprio come "decreti Berlusconi".
La scalata imprenditoriale di Silvio Berlusconi comincia nel 1961, neolaureato, dall’acquisto di un terreno grazie a 190 milioni di vecchie lire, prestati dalla banca in cui lavorava il padre, e finisce oltre 60 anni dopo con un patrimonio stimato da Bloomberg di 7 miliardi e mezzo, che fino alla sua scomparsa lo rendevano il terzo uomo più ricco d'Italia.
Solo il suo impero mediatico vale in borsa quasi un miliardo e mezzo: oggi si ritrova anche quattro stazioni radio annesse, una rete di torri televisive e due concessionarie pubblicitarie, tra cui la storica Publitalia.
Alla guida di Mediaset, ora c'è Pier Silvio, il secondogenito che ha acquisito la sua esperienza come amministratore delegato al fianco di Fedele Confalonieri, fondamentale figura del regno imprenditoriale di Berlusconi.
I due erano grandi amici fin dall’età di 12 anni quando insieme suonavano in una band. Sotto il controllo della famiglia si trova anche Banca Mediolanum fondata insieme all’altro amico di una vita Ennio Doris, deceduto due anni fa, a cui l'ex premier prestò il capitale per fondare il private banking all’italiana, un gruppo che oggi vale in borsa oltre 6 miliardi.
L’ultima conquista dell’impero editoriale di Berlusconi arriva nel 1991, quando dopo una stravagante situazione a colpi di avvocati con la Cir di Carlo De Benedetti, chiamata poi “Guerra di Segrate”, conquista la casa editrice Mondadori, alla cui presidenza oggi risiede la figlia Marina.
Le storia dimostra come Silvio Berlusconi, sia stato in grado di imporsi a livello imprenditoriale anche nel calcio con il Milan, acquisito nella tarda serata del 10 febbraio 1986, soprattutto per passione. La conquista dei 29 trofei richiese alle casse di Fininvest la modica cifra di 900 milioni di euro, fino alla vendita ai cinesi nel 2016. Un trionfo, quello rossonero, in cui non poteva mancare il suo braccio destro, Adriano Galliani, per più di trent’anni amministratore delegato della società, e oggi al comando dell'ultima passione calcistica, il Monza.
Arrivati alla resa dei conti: pare che la holding Fininvest sia nelle solide mani della famiglia. Le percentuali saranno 62,5% al fondatore, e circa il 7,5% per ciascuno dei cinque figli, Marina, Luigi, Piersilvio, Barbara ed Eleonora, che ora hanno l'arduo compito di tenere alto il valore della ricchezza ereditata da uno degli ultimi imprenditori più celebri del Novecento italiano.
Alessandro Paolo Porrà