
Il 13 dicembre è il dies natalis di Santa Lucia, il giorno della sua “nascita al Cielo”. Come ricorda Maddalena Buscaino nel volume Santa Lucia, il suo culto è documentato già nel V secolo: un’epigrafe ritrovata nelle catacombe siracusane menziona infatti «il giorno della mia Santa Lucia».

Secondo la tradizione popolare, nella notte precedente Lucia visita le case “col suo ciuchino”, portando dolci e piccoli doni.
I bambini ricambiano lasciando latte, biscotti e un po’ di fieno per l’asinello. Un proverbio invita alla moderazione nei regali: «Dice Lucia al papà cortese: secondo le entrate fai le spese».

In Sicilia, la ricorrenza è legata anche alla diffusione della cuccìa, un piatto a base di grano bollito condito con miele, ricotta o vino cotto. L’usanza affonda le sue radici nel miracolo della carestia del 1646-47, quando tre navi cariche di frumento approdarono nel porto di Siracusa, ponendo fine alla crisi alimentare.
Il nome di Lucia - “luce” - richiama la dimensione stagionale della festività: anticamente, prima della riforma del calendario gregoriano, il 13 dicembre era considerato il giorno più corto dell’anno. Da qui il proverbio: «Per Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia».

La devozione per la Santa protettrice della vista supera i confini italiani. In Svezia, ad esempio, la celebrazione prevede una processione guidata da una ragazza vestita di bianco con una corona di candele, tradizione così radicata da essere accompagnata, dal 1927, da un concorso nazionale dedicato alla figura di Lucia.
Le usanze locali italiane testimoniano la vitalità del culto: dai biscotti votivi siciliani a forma di occhi, ai falò calabresi, fino allo “scaldino” donato alla promessa sposa in Abruzzo o al “gallo di Santa Lucia”, l’ultimo spicchio d’arancia servito in Puglia.

Nel Nord Italia i bambini trovano regali, oppure una bacchettina se non sono stati molto buoni.
Oltre il folklore, Santa Lucia rappresenta un patrimonio culturale che attraversa secoli di storia.
Ogni anno, il 13 dicembre, la sua festa continua a illuminare l’inverno e a rinnovare un legame collettivo fatto di memoria, comunità e tradizione.
Letizia Demontis