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5 Giugno 2023

Alluvione Emilia Romagna: il Wwf smentisce 10 fake news

Sull'alluvione in Emilia Romagna è intervenuto il Wwf smentendo 10 false notizie: ecco quali

Il Wwf, l'organizzazione internazionale non governativa per la tutela dell’ambiente, ha voluto smentire alcune fake news, ossia notizie false, veiolate a seguito dell’alluvione che ha provocato vittime, numerosi danni e disagi all’Emilia Romagna. 

Il Wwf comunica: "Chi sostiene tesi in contrasto con la scienza e l'evidenza dei fatti, si assume una responsabilità enorme rispetto alle prossime tragedie”. Ecco a quali si riferisce. 

Dalle nutrie agli ambientalisti, le 10 fake news sull'alluvione in Emilia-Romagna  smontate dal Wwf

Per prevenire disastri serve dragare i fiumi e scavare in alveo: il Wwf smentisce precisando che l'alveo di gran parte dei fiumi italiani si sta abbassando sia per il minor apporto di sedimenti dato da briglie e dighe che non permettono la continuità, sia per il massiccio prelievo di inerti nei decenni scorsi. Dragare i fiumi, abbassandone la quota altimetrica, può essere causa di fenomeni franosi a monte mettendo a rischio la stabilità dei ponti a valle.

Per evitare inondazioni bisogna pulire gli alvei tagliando la vegetazione, tuttavia per il Wwf:  è corretto rimuovere tronchi e rami morti dagli alvei, specie dove si trovano i ponti, ma non tagliare la vegetazione che cresce sulle rive ed è fondamentale per la stabilità dei fiumi, poiché ne garantisce la capacità autodepurativa degli ecosistemi fluviali, rallenta la velocità dell'acqua durante le piene, mantiene l'ombreggiatura e contiene i periodi di siccità. 

Alluvione in Emilia Romagna, le 10 fake news denunciate dal Wwf

Non c'è stata manutenzione dei fiumi: in realtà per l'organizzazione,  si fa fin troppa manutenzione, il problema è che si fa male. Parte delle Regioni italiane, tra cui l'Emilia-Romagna, assegnano a privati la rimozione dei sedimenti o il taglio della vegetazione. 

Bisogna rettificare i fiumi per evitare le inondazioni: in caso venisse fatto, si riduce la lunghezza complessiva dei fiumi aumentandone la pendenza e la velocità di deflusso. E così l'energia dei fiumi nei periodi di piena sarà maggiore e avrà una maggiore forza. 

Alluvione Emilia Romagna, 10 fake news smentite dal Wwf | Sky TG24

La colpa delle inondazioni e del dissesto idrogeologico è delle nutrie ed altri animali: il 94% dei Comuni italiani è a rischio dissesto per frane e alluvioni e in gran parte di essi, nutrie e altri animali del genere, non risultano. Tuttavia, è vero che localmente, le tane scavate negli argini di dimensioni minori possono non garantirne la solidità, per questo sono ben note soluzioni che prevengano questo genere di situazioni. Alcuni degli argini o dei “muri” di contenimento hanno ceduto durante la tragedia dell’Emilia-Romagna per problemi strutturali dovuti ad una costruzione non eccellente. 

Per evitare inondazioni serve innalzare gli argini lungo tutto il reticolo idrografico:  gli argini artificiali sono essenziali per proteggere insediamenti urbani e centri storici, ma la loro altezza è già al limite e non si possono rialzare più di un certo tanto. 

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Servono casse di espansione:  queste possono ospitare parte dell’acqua in eccesso durante le piene e restituirla una volta che la piena è passata. 

Servono grandi dighe per evitare disastri come questi: tuttavia,  la Romagna è dotata di una delle più grandi dighe d’Italia, ed è utile solo a contenere la piena di un solo fiume, non di tanti. 

Servono più infrastrutture:  questa situazione è particolarmente grave in Emilia-Romagna. Il problema delle infrastrutture sussiste dal momento in cui, queste hanno sottratto spazio al naturale alveo dei fiumi, limitando lo spazio per le piene e aumentando il rischio per le comunità. 

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Il cambiamento climatico non c’entra nulla: il cambiamento climatico causato dalle emissioni di gas serra  ha già causato un aumento medio di oltre 1°C delle temperature medie globali, infatti sta avendo effetti particolarmente intensi sul bacino del Mediterraneo, alterando fortemente i cicli idrologici, prolungando i periodi di aridità alternati da brevi periodi di piogge intense, sempre più frequenti e dove la quantità di acqua è di gran lunga superiore. 

Alessandro Paolo Porrà