Svolta nelle indagini sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia ha reso noto che il Dna maschile rinvenuto su una garza utilizzata per il prelievo nella bocca di Chiara Poggi non appartiene a un aggressore, ma sarebbe riconducibile a una contaminazione involontaria avvenuta durante l’autopsia.
Le analisi genetiche, affidate ai professori Carlo Previderè e Pierangela Grignani, hanno stabilito che il profilo coincide con quello di un soggetto sottoposto ad autopsia in un periodo molto vicino a quello in cui fu eseguito l’esame sulla ventiseienne. Un elemento che, secondo la Procura, ridimensiona l’ipotesi che il campione fosse legato a un eventuale complice dell’omicidio.
Il materiale biologico, raccolto con una garza dal medico legale dottor Ballardini durante l’autopsia, aveva inizialmente fatto ipotizzare la presenza di un uomo sconosciuto sulla scena del crimine. Le nuove analisi hanno confermato la corrispondenza del profilo genetico, ma hanno anche indicato che si tratta di un campione estraneo al caso Poggi.
Secondo il procuratore Fabio Napoleone, il Dna presenta “concordanza” con quello di un cadavere esaminato in un’altra autopsia eseguita nello stesso periodo, probabilmente nella sala accanto o in tempi molto ravvicinati. Gli esperti ritengono che la contaminazione possa essere avvenuta attraverso strumenti o materiali non perfettamente isolati — come garze o pinze — utilizzati in successione.
Parallelamente, la Procura ha incaricato l’antropologa e medico legale Cristina Cattaneo di riesaminare le cause della morte di Chiara Poggi. Gli accertamenti sono in corso e potrebbero portare nuovi elementi tecnico-scientifici utili a ricostruire la dinamica dell’omicidio. I risultati sono attesi per il 24 ottobre, quando è fissato l’incidente probatorio.
Sul fronte giudiziario, resta alta la tensione intorno alla posizione di Andrea Sempio, amico di Marco Stasi e oggi indagato per concorso nell’omicidio. La madre, Daniela Ferrari, intervenuta alla trasmissione Filorosso, ha accusato: «Secondo me, mio figlio stanno tentando di incastrarlo creando cose che non sono vere. Abbiamo sempre detto la verità e, se le indagini verranno fatte correttamente, emergerà la stessa versione che abbiamo sempre raccontato».
La donna ha raccontato che la famiglia vive “un incubo” da febbraio, quando Sempio ha ricevuto l’avviso di garanzia.
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