Due iniziative di scambio culturale legano quest'estate Sardegna e Sicilia al Metropolitan di New York. Dal 25 maggio sarà esposto nelle gallerie greco-romane del museo uno dei celebri Giganti di Mont'e Prama, Manneddu. Intanto il fratello Gherreri fa bella mostra di se al Museo Nazionale Romano, alle Terme di Diocleziano, e si concede all’obiettivo del fotografo in compagnia del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi (foto sotto).
E si! Perché la promozione del territorio e dell'archeologia che sta facendo della Fondazione Mont'e Prama ha un ritorno importante! E lo si vede dai numeri delle presenze a Cabras nel primo quadrimestre di quest’anno. Al 31 marzo erano 9149 i biglietti staccati tra il Museo civico, l’antica Città di Tharros e la torre di San Giovanni: in questo caso incassi in crescita del 47% rispetto al 2022 e del 14,5% rispetto all’ultimo anno pre-pandemia. A Pasqua e Pasquetta i biglietti staccati complessivamente sono stati 3246, circa il 7% in più dello scorso anno e comunque superiori ai 3122 del 2019. Crescita ancora più esponenziale, a tariffe invariate, per gli incassi: +8% rispetto allo scorso anno, +17% rispetto al 2019.
“Il complesso scultoreo di Mont’e Prama compare al fianco delle più grandi opere dell’umanità, a testimonianza di quanta ricchezza si celi nel Sinis. Essere parte di una mostra notevole come quella che verrà inaugurata a Roma è motivo di grande orgoglio e indice dell’attenzione che il Ministero e le istituzioni rivolgono nei confronti del Parco Archeologico naturale del Sinis” ha affermato con entusiasmo il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni.
Con un comunicato pubblicato sul suo sito web il Metropolitan Museum of art di New York ha dato piena esecutività dell’accordo stipulato nel novembre 2022 con la Fondazione Mont’e Prama, annunciando che dal 25 maggio al 6 dicembre prossimi uno dei Giganti di pietra del Sinis sarà esposto all’ingresso della sezione Greco-Romana del prestigioso Museo, che ha sede sulla Fifth Avenue.
Max Hollein, direttore del Metropolitan Museum of Art, ha dichiarato: “I Giganti di Mont’e Prama sono diventati ambasciatori globali di questa antica civiltà sarda e siamo entusiasti di averne uno in prestito per accogliere i visitatori del nostro Museo. Contestualizzata con opere della nostra collezione, la Mostra arricchirà ulteriormente la nostra conoscenza della cultura italico-sarda e affine. Il Metropolitan Museum ringrazia la Fondazione Mont’e Prama, la Regione Autonoma della Sardegna, il Ministero dei Beni Culturali e il Presidente della Regione Sardegna per aver reso possibile questo prestito straordinario”.
“Sebbene sia la seconda Isola più grande del Mar Mediterraneo, il ricco patrimonio culturale della Sardegna è relativamente sconosciuto a molte persone. Siamo entusiasti di poter presentare uno degli spettacolari Giganti di Mont’e Prama all’ingresso delle Gallerie Greche e Romane del Metropolitan Museum of Art”, hanno dichiarato Seán Hemingway, John A. e Carole O. Moran, curatori del Dipartimento di arte Greca e Romana al MET. “I visitatori vedranno questa figura imponente in relazione alle opere della prima arte Greca e Italica della collezione The Met, che ci ricordano le diverse culture che popolavano la regione mediterranea all’inizio del primo millennio a.C. e le loro tradizioni artistiche distintive.”
La Sardegna e Cabras sono in compagnia dell’Isola sorella. Sono già arrivati nel museo sulla Quinta Strada tre oggetti provenienti dagli scavi antichi di Selinunte in prestito a lungo termine dal Museo archeologico Antonio Salinas di Palermo. In cambio il Met ha prestato per tre anni al Salinas quattro brocche cipriote dalla collezione Cesnola datate al 750-600 avanti Cristo.
"Il Metropolitan è onorato di aver approfondito la sua lunga collaborazione con l'Italia attraverso questo nuovo accordo", ha detto il direttore del museo americano Max Hollein, mentre la collega Caterina Greco del Salinas ha sottolineato il ruolo importante che il museo ha assunto negli ultimi anni nel contesto delle relazioni tra istituzioni culturali istituzionali, "relazioni che, in aggiunta allo scambio delle opere, puntano a costruire comunità scientifiche ispirate ai criteri dell'autentica reciprocità".
“Siamo profondamente onorati di collaborare con un’istituzione così prestigiosa come il Metropolitan Museum of Art”, ha aggiunto Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont’e Prama. “Grazie alla proposta progettuale iniziale e poi all’introduzione fatta da Barbara Faedda, Direttrice esecutiva dell’Italian Academy della Columbia University, e con il contributo del Ministero della Cultura Italiano e della Regione Autonoma della Sardegna, abbiamo ora l’opportunità di mostrare le statue dei Giganti di Pietra di Mont’e Prama e la storia plurimillenaria della Sardegna negli Stati Uniti d’America, chiudendo così il cerchio dopo il tour europeo che ha portato la mostra a Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli”.
“Il nostro augurio è che tutti i visitatori del Metropolitan Museum of Art siano affascinati dalla storia della Sardegna e forse un giorno diventino ospiti nella nostra bellissima Isola nel cuore del Mar Mediterraneo. Vogliamo raccontare la storia della Sardegna - afferma Nadia Canu, Direttrice della Fondazione ‘e Prama -, già rinomata per le sue spiagge incontaminate e il mare cristallino, esplorando il patrimonio millenario che l’ha trasformata in un museo archeologico a cielo aperto. Il paesaggio dell’Isola è costellato da oltre 10.000 torri megalitiche costruite nell’età del Bronzo dalla Civiltà nuragica, i cui eroici discendenti si riconoscono nelle statue dei Guerrieri di Pietra di Mont’e Prama”.
Intanto il Met si prepara ad accogliere con tutti gli onori Manneddu, come è chiamata la gigantesca scultura di calcare prestata dalla Fondazione Mont'e Prama e parte di un complesso diventato ormai simbolo della Sardegna. Alta oltre due metri, la statua datata 900-750 avanti Cristo sarà esposta per sei mesi, fino al 6 dicembre, nelle gallerie greco-romane, per la prima volta negli Usa e solo la seconda volta fuori d'Italia: "Aiuterà il pubblico a scoprire la misteriosa cultura nuragica, il cui sito principale è tra il numero senza eguali di siti italiani dell'Unesco", ha commentato l'ambasciatrice italiana a Washington, Mariangela Zappia.
Emanuele Concas