Scoperta una possibile terapia finalizzata all'impedimento delle metastasi causate dal cancro, di diffondersi nel cervello e nel resto del sistema nervoso centrale, un processo associato a un significativo peggioramento della malattia oncologica. Quelle cerebrali, di fatto, sono incurabili. Le metastasi, non sono altro che cellule cancerogene, le quali iniziano a circolare nell'organismo e ad attaccare organi distinti da quello del tumore primario, sono la principale causa di morte per cancro.
Riuscire a prevenirne la proliferazione e la diffusione, sarebbe un risultato di grande importanza. Attualmente, i ricercatori hanno identificato uno specifico gene associato alle metastasi cerebrali, che, mediante l'utilizzo di appositi farmaci, potrebbe impedire la loro proliferazione, risparmiando parecchie vite.
A focalizzarsi sulla possibile "svolta", è stato un team di ricerca internazionale capitanato da scienziati portoghesi della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona, i quali hanno cooperato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Neurochirurgia e del Laboratorio di Neuropatologia dell'Ospedale di Santa Maria, del German Cancer Consortium della Facoltà di Medicina e Ospedale Universitario di Düsseldorf (Germania) e di diversi altri istituti.
Mediante il sequenziamento dell'RNA di trenta pazienti con metastasi al sistema nervoso centrale, i ricercatori hanno individuato la sovraregolazione di una proteina espressa dallo stesso gene chiamato UBE2C, “che assicura la corretta transizione dalla metafase all'anafase, attraverso diverse origini tumorali primarie”, come spiegato nella sintesi dello studio. In sostanza: favorisce la mitosi delle cellule cancerogene.
Per confermare il ruolo di questo gene, sono state condotte delle analisi su 89 pazienti affetti dalla medesima patologia. Dai dati, è emerso che la sovraregolazione di UBE2C è associata a un peggioramento della prognosi. Durante la sperimentazione sui topo, è venuto alla luce che i livelli elevati della proteina espressa dal gene UBE2C catalizzano la proliferazione delle metastasi cerebrali.
Nello specifico, si determina “un'ampia disseminazione leptomeningea”. Determinato il ruolo centrale di questo gene, gli scienziati hanno cercato centinaia di farmaci già approvati e altri composti in grado di inibire l'azione di UBE2C.
“Abbiamo testato 650 farmaci già approvati per l'uso da parte dei pazienti dalla FDA (Food and Drug Administration, USA) o utilizzati in studi clinici di fase 3 o 4, e identificato una piccola molecola inibitrice che diminuisce i livelli di UBE2C e previene la diffusione delle cellule tumorali nel sistema nervoso centrale, quando somministrato in una fase precoce della malattia”, quanto si legge sul comunicato stampa redatto da Eunice Paisana. La molecola in questione si chiama dactolisib, e se impiegata precocemente nei topi impedisce lo sviluppo di metastasi leptomeningee indotte dal gene UBE2C.
Tuttavia, prima che questa sperimentazione venga applicata all'essere umano, è necessario aspettare ancora un po' di tempo.
Alessandro Paolo Porrà