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31 Marzo 2023

Finlandia a un passo dalla NATO, Helsinki rafforzerà l’Alleanza Atlantica

Superato il veto turco e ricevuta l’ok ungherese, la Finlandia entrerà nella NATO prima della Svezia. I pericoli del’allargamento ad est

Il conto alla rovescia per l’ingresso della Finlandia nella Nato, venuto meno il veto turco e dopo l’approvazione da parte del Parlamento ungherese lunedì, è ormai cominciato. Eppure, paradossalmente, in una Helsinki che aspetta sotto la neve le imminenti elezioni politiche, il tema – di portata storica – non fa parte della campagna elettorale. Non è del resto oggetto di contesa politica, avendo raccolto il consenso generalizzato dei partiti, che si sono mossi in anticipo completando l’approvazione parlamentare prima del voto. Senza contare il ruolo di guida in materia di politica estera che la Costituzione finlandese attribuisce prima di tutto al presidente della Repubblica, seppure in cooperazione con il governo.

 

Svezia e Finlandia hanno firmato la richiesta di adesione alla NATO

 

Il passaggio è però epocale ed è a questo punto quasi certo che Helsinki avrà luce verde prima di Stoccolma, come conferma Matti Pesu, a capo della ricerca dell’Istituto finlandese affari internazionali su sicurezza nordeuropea e Nato. «E’ molto probabile che la Finlandia vada avanti da sola – sottolinea -. È qualcosa che i finlandesi vedono come una piega sfortunata che hanno preso gli eventi, perché era un nostro sincero interesse procedere mano nella mano con la Svezia. La visita in Turchia del presidente Niinisto (che ha ricevuto il 18 marzo la “benedizione” di Erdogan all’ingresso di Helsinki nella Nato, ndr) avrebbe potuto avere luogo uno o due mesi prima, ma il Governo non ha voluto apparire troppo proattivo nei confronti dei turchi, perché ciò avrebbe irritato gli svedesi. Durante tutto il processo, gli interessi principali sono stati due: diventare un membro della Nato il più rapidamente possibile, ma anche mantenere relazioni cordiali con Stoccolma e assicurarsi che la Svezia sia un membro dell’alleanza, perché questo è un interesse cruciale per la sicurezza della Finlandia».

 

I rischi (calcolati) dell’addio alla neutralità. Rimane, alla vigilia di un’adesione a cui manca ormai solo la ratifica del Parlamento di Ankara (attesa prima delle elezioni turche di maggio), l’incertezza sui rischi militari e politici a cui la Finlandia potrebbe andare incontro rompendo con decenni di neutralità e convivenza più o meno pacifica con la Russia.

 

La Finlandia più vicina alla Nato, per la Svezia tempi ancora non definiti  | Euronews

 

«Direi che è una scelta che ha implicazioni più politiche che militari – conclude Pesu.- Il non allineamento della Finlandia difficilmente l’avrebbe tenuta fuori da una guerra europea più estesa, semplicemente perché è uno Stato di frontiera, un Paese di confine vicino alle posizioni strategiche della Russia e vicino alla Nato. Si tratta di un punto così delicato che, in caso di conflitto, la Finlandia sarebbe stata probabilmente coinvolta a prescindere dal suo status militare di non allineato o di non allineato. La mossa di Helsinki si spiega così. Ora la Finlandia è esplicitamente parte della struttura militare occidentale, prima lo era implicitamente. Dubito che il Cremlino lo avesse calcolato quando ha invaso l’Ucraina, è stato un errore e una sconfitta strategica, a cui Mosca cercherà di reagire, quando sarà militarmente meno debole. rafforzando la sua presenza militare nel Nord Europa. Venendo all’aspetto politico, è probabile che nel lungo termine Finlandia e Russia abbiano più tensioni bilaterali. Ma anche questo sarebbe accaduto lo stesso, perché come membro Ue Helsinki ha aderito alle sanzioni contro Mosca».

Redazione sintony.it