Gli Stati Uniti invieranno all'Ucraina 31 tank Abrams M1, un accordo dal valore di 400 milioni di dollari. Ma i non sarà un regalo a Kiev immediato. “Ci vorranno mesi” prima che arrivino a destinazione e si aggiungano alla flotta di altri 80 carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca che verranno forniti a Kiev dai paesi Ue.
I 31 Abrams che gli Stati Uniti hanno deciso di inviare all'Ucraina saranno prodotti ex novo dalla General Dynamics Land Systems. Lo hanno riferito alti funzionari Usa in un briefing con un ristretto numero di giornalisti. Questo vuol dire che i carri armati per le forze di Kiev non saranno presi dalle scorte americane e “ci vorranno mesi” affinché arrivino a destinazione.
Una decisione quella degli Usa presa in accordo con gli alleati Nato: “Ho avuto una lunga conversazione con Scholz, Macron, Sunak e Meloni. Siamo uniti nel sostegno all'Ucraina”, ha riferito Joe Biden, e ha aggiunto: “Non c'è nessuna minaccia alla Russia in tutto questo. Aiutiamo l'Ucraina a difendersi” ha sottolineato il presidente americano, “la nostra non è un'offensiva contro la Russia”.
Chiaro è che la decisione di non inviare immediatamente i carri armati più potenti e tecnologici al mondo, potrebbe celare due aspetti fondamentali per gli Usa. Il primo è che prendendo tempo, molto, per costruirli (“diversi mesi”, dicono dalla Casa Bianca) il conflitto possa risolversi con la diplomazia e quindi evitare di inasprire l’atteggiamento di Putin. Il secondo è che, secondo gli analisti, gli Usa non fornirebbero i loro Abrams, ma “copie”, ovvero modelli senza tutta la tecnologia che oggi è installata sui quei carri. Questo perché gli Usa hanno una tremenda paura che nel corso del conflitto un mezzo possa cadere nelle mani dei russi che ne scoprirebbero la tecnologia. E questo il Pentagono vuole evitarlo a tutti i costi.
Incassato il regalo Ue per i Leopard e Usa per gli Abrams Zelesky ringrazia “la Germania, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti per aver preso la decisione” (non cita l’Italia che ha partecipato al vertice telefonico tra gli alleati) di inviare i loro carri armati in Ucraina, “ma parlando francamente, il numero di carri armati e il tempo di consegna all'Ucraina sono cruciali”. E vuole accelerare anche sull’addestramento delle sue truppe, che fin’ora hanno usato vecchi carri di fabbricazione sovietica. Gli Abrams e i Leopard infatti hanno una tecnologia avionica e non sono semplici da pilotare.
Zelensky alza quindi il tiro e chiede agli alleati occidentali missili a lungo raggio e aerei da combattimento: "Ho parlato oggi con il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. Dobbiamo aprire la fornitura di missili a lungo raggio all'Ucraina, è importante: dobbiamo anche espandere la nostra cooperazione nell'artiglieria" e rendere possibile "la fornitura di aerei per l'Ucraina", ha affermato Zelensky nel suo discorso quotidiano riportato da Ukrinform.
I russi non sono rimasti indifferenti di fronte alla “generosa” svolta occidentale. Dopo le indiscrezioni fatte circolare dell’Agenzia Reuters, l’ambasciatore russo negli Stati uniti, Anatoly Antonov, ha parlato di “deliberata provocazione” e della volontà di Washington di infliggere a Mosca una “sconfitta strategica” attraverso la conduzione prolungata di una “guerra per procura”, minacciando, però, la distruzione di tutti gli Abrams, considerati, al pari dei Leopard, armi esclusivamente offensive.
Redazione sintony.it