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31 Dicembre 2025

Cooperazione internazionale: al via la missione “Scuola Alternativa” nei campi profughi in Libano

Il programma, finanziato dalla Regione Sardegna con i fondi della L.R.19/96 , che vede l’Associazione Sardegna Palestina e il Comune di Quartu partner del progetto, mira a migliorare l’inclusione scolastica e l’offerta formativa tra i minori dal 4 ai 13 anni dei campi profughi libanesi

Si conclude a dicembre “Scuola Alternativa” il progetto di cooperazione finanziato dalla L.R.19/96 per l’inclusione scolastica nei campi profughi palestinesi in Libano.Il programma, portato avanti dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina in collaborazione con il Comune di Quartu e il partner locale Nuwat, si realizza grazie al finanziamento della Regione Sardegna. Dopo i laboratori realizzati nelle scuole di Quartu Sant’Elena e le svariate iniziative realizzate in Libano, Ibrahim Jammoul e Mariangela Pedditzi dell’Associazione Sardegna Palestina, accompagnati dalla giornalista Valentina Careddu, incontraranno, insieme con il partner locale Nuwat, i referenti locali con i bambini destinatari del progetto e le loro famiglie nei campi profughi libanesi di Ein El Hilweh, Badawi e Burj el Barajni. 

Istruzione contro povertà: cinque giornate tra i campi profughi del Libano  - Associazione Amicizia Sardegna-Palestina

Il progetto si rivolge ai bambini di età compresa tra 4 e 13 anni che vivono in tre aree geografiche del Libano nei campi profughi palestinesi: Ein El Hilweh, il più grande e sovraffollato a livello di popolazione al sud, il campo di Badawi al nord e Burj el Barajni a Beirut. L’obiettivo è quello di contribuire alla protezione dei diritti dei minori rifugiati in Libano e migliorare l’offerta formativa. Il partner estero è la ONG Nuwat CSC, già riconosciuto dalle istituzioni libanesi attivo nei campi profughi in Libano.

Il programma ha previsto la creazione di PONTI DI DIALOGO fra Sardegna e campi profughi palestinesi in Libano, con il coinvolgimento delle scuole primaria e secondaria di primo grado dell’ambito Comune di Quartu Sant’Elena. L’attività si è svolta in 3 classi della scuola primaria e 3 classi della scuola secondaria di primo grado (Istituto Comprensivo Statale N. 1-2 Porcu-Satta), in una fascia di età fra 6 e 13 anni. Il programma ha previsto incontri focalizzati sui diritti umani, educazione alla pace e prevenzione dei conflitti, educazione interculturale e sulla connessione fra locale e mondiale nei due paesi del Mediterraneo.

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Il programma si è rivolto a tutti i rifugiati presenti nei campi: la popolazione presente nei campi profughi è attualmente eterogenea fra rifugiati di ultima generazione di palestinesi (quarta generazione), profughi provenienti dalla Siria, altri gruppi etnici e nuovi poveri libanesi. Il Libano ospita il maggior numero di rifugiati/sfollati pro capite e per chilometro quadrato a livello globale. Su una popolazione di quasi 5,5 milioni, oltre 3,8 milioni di persone sono bisognose, tra questi 2,1 milioni di libanesi vulnerabili, 1,5 milioni di rifugiati siriani e 211.400 rifugiati palestinesi.

Negli ultimi anni, si è verificato un allarmante aumento del numero di studenti palestinesi che abbandonano la scuola, con un aumento del 55% degli abbandoni dal 2020 al 2021, probabilmente legato alla crisi economica e politica in corso. Dal 2019 la situazione in Libano si è evoluta con l'emergere di una crisi politica, economica, finanziaria, sociale e sanitaria complessa e senza precedenti. Più recentemente, il paese ha anche affrontato l'impatto dell'escalation delle ostilità con Israele nel sud del Libano.

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Questo è legato all’aggressione israeliana su Gaza e ha colpito prevalentemente il Libano meridionale, sfollando internamente più di 96.000 persone, mentre si stima che 60.000 persone rimangano in luoghi di difficile accesso. Tutte le popolazioni vulnerabili in Libano sono state profondamente colpite da un forte aumento della povertà e dei bisogni umanitari, da lacune nelle catene di approvvigionamento e da limitazioni all'accesso al cibo, all'assistenza sanitaria, all'istruzione, all'occupazione e ad altri servizi di base. Dal Report di UNICEF del 2022 emerge che il 13% delle famiglie ha impiegato i minori di 18 anni nel mondo del lavoro per far fronte alla crisi economica.

Più di 4 su 10 giovani hanno ridotto la spesa per l’istruzione per poter acquistare alimenti di base, farmaci essenziali e 3 giovani su 10 hanno interrotto il loro percorso educativo. Le iscrizioni agli istituti di istruzione sono scese dal 60% nel 2020-2021 al 43% nell’anno accademico del 2022. Più della metà dei giovani siriani, il 32% dei palestinesi e il 22% dei libanesi non studiano, non hanno un lavoro o non sono inseriti in un percorso formativo.

Il programma “Scuola Alternativa”, già sperimentato in passato con precedenti progetti educativi, ha dimostrato di rafforzare le capacità e la consapevolezza che l’istruzione è un caposaldo dello sviluppo di una società. Gli effetti dell'intervento sono basati sul miglioramento dell’istruzione dei bambini e giovani emarginati. In tutte le attività di progetto, inoltre, è stato garantito un equo coinvolgimento di bambine e bambini, incentivando la partecipazione anche di ragazze in zone particolarmente a rischio. Il progetto mira a contrastare l’abbandono scolastico, incidendo fortemente sul pericolo di contrarre matrimoni in età precoce, una pratica ancora diffusa nelle aree di intervento.

 

 

@Redazione Sintony News