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27 Febbraio 2023

Tecnologia, quasi la metà dei giovani utenti ritocca le foto da pubblicare sui social

L’eccessivo tempo sui social crea maggiore ansia da “aspetto fisico” che si traduce in voglia di apparire perfetti. E' depressione da selfie

Si chiamava Dispay ed era usata in editoria, coi primi programmi di impaginazione digitale, poi nel 1987 ha cambiato nome in Photoshop, diventando craccatissimo e popolarissimo. E se prima appunto era un’esclusiva per impaginatori e fotografi digital, ora Photoshop stato copiato, rielaborato, reso smart per i cellulari e addirittura è stato coniato un aggettivo per definire l’uso del fotoritocco. Chi infatti non ha mai sentito dire per una immagine o un selfie “l’hai fotoscioppata”, o se preferite “photoshoppata”.

Di programmi di fotoritocco ormai se ne trovano a centinaia sul web e tutti ben pubblicizzati in versione gratuita e pro. Perché? Perché oltre il 49% dei giovanissimi ama pubblicare le proprie foto dopo averle “corrette” di luce, colore e aver tolto magari qualche neo o brufolo di troppo.

 

Quasi metà dei ragazzi ritocca le foto da pubblicare sui social

 

E’ quanto emerge da uno studio del progetto SatisFACE dell'Università Vita-Salute San Raffaele e del Cussb (Centro universitario di statistica per le scienze biomediche), che mira a esplorare il tema dell'immagine digitale con una ricerca incentrata sul viso. Quasi la metà dei ragazzi intervistati, il 49,2%, dichiara di editare le foto che pubblica sui social. Lo è stato condotto su 120 ragazzi dai 12 ai 16 anni che usano i social più diffusi WhatsApp (92.5%), Tiktok (88.3%), Instagram (76.7%) e YouTube (75%). Il 65.9% dice di trascorrervi fino a 4 ore (il 37.5%, da 2 a 4 ore)

 

Photoshop Express annuncia la disponibilità delle funzionalità di  fotoritocco

 

Più tempo sui social - dicono gli esperti – infatti significa una maggiore ansia da aspetto fisico che si traduce in una voglia di apparire perfetti. Come, Con la manipolazione delle foto: solo il 25.4% è soddisfatto al primo scatto, il 36.8% dichiara di eliminare 2-5 selfie tra quelli scattati. La manipolazione riguarda principalmente l'alterazione di caratteristiche fisiche e l'uso di filtri interattivi divertenti. 

 

Gli studenti intervistati, poi, esprimono preoccupazioni per un utilizzo non appropriato delle foto condivise nei social, che possono essere "manomesse o ritoccate" o utilizzate con finalità diverse da quelle di partenza (web-related anxiety) e sono consapevoli dei rischi della condivisione. Con riferimento al "digital-self" gli esperti notano che "depressione e ansia da aspetto sono maggiori tanto più bassa è la percezione della propria immagine corporea e tanto più alta è la manipolazione fotografica e il controllo sull'immagine corporea". 

 

Photoshop Express annuncia la disponibilità delle funzionalità di  fotoritocco

 

"Abbiamo rilevato un notevole interesse degli studenti e dei docenti su un tema così complesso come quello dell'uso delle tecnologie digitali e il rapporto con la propria immagine”, spiega la coordinatrice del progetto Chiara Brombin. “Interesse percepibile anche nei genitori, forse i più in difficoltà nel seguire le conseguenze della rapida evoluzione dei meccanismi psicologici generati dall'uso del digitale sui propri figli. Il progetto – prosegue la coordinatrice della ricerca - ha una finalità scientifica con immediate ricadute pratiche: promuovere il benessere digitale negli adolescenti e sensibilizzarli rispetto ai potenziali rischi della manipolazione e mistificazione del sé digitale".

Redazione sintony.it