Un tema che tocca tantissime persone da vicino, direttamente o indirettamente, colpisce tutte le fasce d’età, ma per tanti è ancora un tabù e non se ne parla serenamente. Tra baci e gelosie, “potature estemporanee” di roseti consumati sul palco dell’Ariston, quest’anno nel teatro di Saneremo si sono accesi i riflettori i riflettori sulla depressione. Un disturbo mentale che può colpire a tutte le fasce età e in ogni parte del mondo tanto che secondo un rapporto del Lancet sarebbero quasi un miliardo le persone a convivere con qualche forma di sofferenza psichica. Un problema in aumento, i dati raccontano che a causa del Covid, ansia e depressione hanno registrato un incremento del 25% nel corso del 2020. Tre i testi che hanno parlato di depressione in questo 73° Festival di Sanremo appena concluso, ma che continua a far paralare di se.
“Non puoi combattere una guerra da solo. Il cuore è un’armatura, ci salva ma si consuma, a volte chiedere aiuto ci fa paura. Ma basta un solo passo come il primo uomo sulla Luna, perché da fuori non si vede quante volte hai pianto. Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro”. Così Mr. Rain nel brano ‘Supereroi’ con cui ha partecipato al 73° Festival di Sanremo. L’artista lombardo, per la prima volta sul palco dell’Ariston, canta l’ansia e la depressione, raccontando come per lui i supereroi siano proprio le persone che trovano la forza e il coraggio di farsi aiutare.
E Mr. Rain non è il solo a toccare questi temi. Anche nel brano dei Modà ‘Lasciami’ solo apparentemente racconta la fine di un amore, in realtà il tema è proprio quello del male del secolo, ancora più diffuso dopo gli anni di pandemia. “Lasciami… ma regalami un giorno… Lasciami… quando poi farà buio e vai via di nascosto…”, canta Kekko Silvestre. In un’intervista alla Dire il frontman ha raccontato: “La depressione mi ha fatto toccare il fondo, ma la colpa non è stata della depressione. È stata colpa mia, guardavo la vita e le cose in maniera sbagliata, con punti di vista sbagliati”.
E così l’Ariston è stato il palcoscenico anche per un argomento molto femminile e spesso tabù: la depressione post partum, portato in scena da Levante con “Vivo”: “O sorrido o piango, non so fare altro. Mi emoziono con poco, gioco ancora col fuoco”, dice Levante. Racconta all’Espresso: “Ho scritto questa canzone a tre settimane dal parto, ero nel buio totale - ha spiegato la cantante -. Oggi il tema resta molto delicato, se ne parla in maniera troppo superficiale. È ancora tabù, come se il senso di colpa prevalesse sul dolore. Non puoi essere triste perché hai vissuto una gioia, hai avuto la fortuna di dare la vita. E invece il periodo che segue il parto è molto complicato per noi donne, devi fare i conti con un corpo che non è più tuo. È diventato una casa”.
Redazione sintony.it