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12 Gennaio 2023

Farmaci, è allarme dell’Aifa, ecco quelli che mancano

Dagli antivirali agli antinfiammatori, quasi 3.200 medicinali difficili da reperire secondo l’Aifa. I farmacisti: “La questione va affrontata al più presto”

Aumentano i problemi sul fronte della sanità nazionale. È nuovamente allarme per la carenza farmaci.

L’allarme è contenuto nell’ultimo report dell’Aifa ed è legato ai medicinali difficili da reperire.

Al 3 gennaio 2023, il totale si attesta a 3.198, poco meno di 3.200. Ma il dato preoccupante è che si registra un aumento significativo rispetto ai dati di dicembre con +66 medicinali introvabili.

La lista comprende antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l'aerosol, prodotti per la tosse, farmaci antipertensivi e antiepilettici.

Molti sono utilizzati da tutti, basti pensare a Moment, Nurofen, Sididol e Neo Borocillina. E ancora: Tachipirina, Tachifludec e Amoxicillina. Insomma, farmaci di uso quotidiano.

L’Agenzia italiana del farmaco ha sottolineato che nella metà dei casi si tratta di una cessazione dei farmaci, dunque sono sostituibili. Nel 46 per cento dei casi, invece, si tratta di proprio di mancanza.

Note informative AIFA-EMA Archives – Centro Regionale FarmacoVigilanza  Sardegna

Federfarma ha precisato che non si tratta di emergenza sanitaria, bensì di un mix di fattori: dalle complicazioni legate alla pandemia da Covid-19 a quelle della fase di produzione.

Per la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani si tratta di una “tempesta perfetta” che “continua a incidere sul problema della carenza di medicinali di uso comune, iniziata già nella scorsa primavera, quando la Federazione dei farmacisti per prima aveva denunciato l'indisponibilità di alcuni farmaci antinfiammatori". 

Il presidente della Federazione dell’Ordine dei Farmacisti, Andrea Mandelli, ha spiegato a Radio Capital che la situazione stenta a tornare alla normalità per diversi motivi: tra questi la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la scarsità di materiali, il picco della stagione influenzale e l’onda lunga del Covid-19.

Ma i cittadini, soprattutto i malati, non vengono chiaramente lasciati soli: “Si tratta di una questione complessa che riguarda da vicino la salute delle persone e per questo va affrontata al più presto e secondo una visione di sistema – ha detto Mandelli - , tenendo conto dell'attuale contesto economico ed energetico che incide sui costi di produzione e distribuzione dei farmaci, beni per i quali non sono possibili fluttuazioni del prezzo che è deciso dallo Stato”.

STUDI MEDICI

Intervene sul problema anche la Federazione dei medici di medicina generale. Il segretario Silvestro Scotti ha ammesso all’Adnkronos che la limitazione di farmaci potrebbe avere conseguenze degne di nota sia a livello terapeutico, sia sull’efficienza del Ssn e sull’intero sistema socio-economico.

"A fronte della difficoltà di approvvigionamento, non possiamo meravigliarci se alcuni cittadini ricorrono al Pronto soccorso sperando di avere risposte, e aggravando così la pressione su queste strutture", l’analisi dell’esperto.

E questo fenomeno potrebbe ritardare la cura: “Il paziente ci mette qualche giorno a iniziare la terapia e questo incide non solo sulla salute, che è l'aspetto che più ci interessa, ma anche a livello economico.

Questi farmaci infatti possono abbreviare la durata della sintomatologia, per le persone che lavorano, quindi, significa perdere giornate di attività che, sommate all'ampio numero di pazienti, pesano non poco”.

E.C.