Le autorità iraniane avrebbero bloccato l’accesso alla rete internet mobile. Così anche il web è stato travolto dalle proteste di strada cominciate dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni uccisa dopo essere stata arrestata a Teheran dalla polizia morale perché non indossava il velo in modo corretto.
A questo sono seguite manifestazioni di piazza arrivate al sesto giorno. Gli scontri con le forze dell’ordine hanno provocato fino a questo momento nove morti, tra cui anche un agente di polizia e due uomini di una milizia legata al governo.
Per provare ad arginare le manifestazioni ora il governo ha deciso di bloccare i social. Come confermato da NetBlocks, l’Iran ha limitato l’accesso a Instagram e WhatsApp e ha cominciato una campagna di interruzioni a singhiozzo in tutte le aree del Paese. La chiusura di internet ha coinvolto anche la capitale.
Secondo Wired.it, mentre le manifestazioni sono sicuramente in corso, le limitazioni di internet rendono difficile per i media occidentali accertare quanto siano diffuse. Inoltre, le fonti vanno verificate accuratamente, perché le informazioni possono anche essere amplificate da account social fatti passare da utenti normali, ma in realtà controllati da governi stranieri in contrasto con l’Iran. Per questo le limitazioni di internet non ostacolano solo l'organizzazione delle proteste sul posto, ma anche la capacità degli organi di informazione di raccontare accuratamente quanto stia accadendo.
@MorenoPisano