"Smettila di violentarci". E' con queste parole scritte sulla pancia che un'attivista francese del collettivo SCUM, gruppo di femministe radicali, si è introdotta sul red carpet del film di George Miller, "Three thousand years of longing" a Cannes. Era nuda e imbrattata di vernice sul corpo con i colori della bandiera ucraina, protestava contro la violenza sessuale contro le donne in Ucraina. È stata fermata durante la protesta, portata via in tutta fretta dai servizi di sicurezza.
La magistratura internazionale, anche con l'aiuto delle organizzazioni umanitarie attive nel teatro di guerra, stanno raccogliendo prove sugli episodi che sono stati denunciati da molte donne. Finiranno nei fascicoli relativi alle accuse di crimini di guerra che saranno rivolte contro l'esercito di Mosca e i singoli militari ritenuti responsabili degli stupri.
E l'Ucraina è protagonista anche fra le pellicole proiettate al Festival di Cannes. Sullo schermo, infatti, è arrivato "Mariupolis 2", film postumo di Mantas Kvedaravičius, regista lituano che con la fidanzata Hanna Bilobrova si era recato in Donbass per documentare il conflitto in corso ma è rimasto ucciso ad aprile mentre cercava di scappare dall'Ucraina in auto.
@MorenoPisano