I dati sono allarmanti e drammatici: da inizio anno, nel nostro Paese, è stata uccisa una donna ogni tre giorni. Secondo fonti del Ministero dell’Interno sono state 109 le vittime di femminicidi dal 1° gennaio al 21 novembre 2021, il 40% di tutti gli omicidi commessi, e purtroppo la situazione è peggiorata soprattutto nei due anni di pandemia. Questo emerge dagli ultimi report diffusi in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra oggi, 25 novembre.
Quello aggiornato settimanalmente dal servizio analisi della Polizia Criminale pubblicato sul sito del Viminale, ad esempio, fa un focus sulle vittime di genere femminile, e dice che nel 62% dei casi si tratta di maltrattamenti in famiglia, commessi soprattutto da mariti e compagni (il 34% dei casi) oppure dagli ex (il 28% dei casi). Nel 72% dei casi di femminicidio l’autore è il marito o l’ex marito.
Perché è stato scelto il 25 novembre come Giornata contro la violenza di genere? La decisione fu presa nel 1981, nel corso del primo incontro femminista latinoamericano e caraibico a Bogotà, in Colombia, come giorno per celebrare le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), uccise per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Le tre donne stavano andando a far visita ai mariti in prigione quando furono bloccate in strada da alcuni agenti, condotte in un luogo nascosto dove furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Nel 1999 la giornata è stata istituzionalizzata anche dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre.
Tante le iniziative messe in campo ogni anno da associazioni, comitati e società, ma una giornata da sola, di certo, non basta. L'attenzione deve essere massima, oggi più che mai, per un fenomeno che con numeri drammatici ci richiama quotidianamente alla gravità di una strage che sembra non fermarsi più.
@Marzia Diana